La Cappella e lo Studiolo del cardinale Giovanni Vitelleschi tornano visibili al pubblico completamente restaurati, dopo una chiusura pluridecennale.
Si è svolta oggi, al Museo Nazionale Tarquiniense, la cerimonia di riapertura a cui hanno partecipato tra gli altri il sindaco Mauro Mazzola, l’assessore alla Cultura Angelo Centini, la dottoressa Anna Maria Moretti, Soprintendente per i Beni archeologici di Roma, la dottoressa Maria Cataldi, ex direttrice del Museo Nazionale Tarquiniense, la dottoressa Gabriella Scapaticci, funzionaria della Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, la dottoressa Paola Guerrini, dirigente dell’assessorato alla Cultura della Regione Lazio, la dottoressa Benedetta Montevecchi, responsabile di zona del Ministero dei Beni Culturali, la dottoressa Francesca Boitani, responsabile degli scavi dell’area archeologica di Gravisca, e i rappresentanti della STAS (Società Tarquiniense d’Arte e Storia). Il restauro, finanziato dal Comune di Tarquinia e dalla Regione Lazio tramite i FAS (Fondi per le Aree Sottoutilizzate), è stato realizzato su un progetto della STAS e accolto sia dalla Soprintendenza Archeologica dell’Etruria Meridionale che dalla Soprintendenza ai Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici del Lazio. “Questa giornata – ha affermato il primo cittadino – rappresenta ciò che l’Amministrazione intende per valorizzazione dei beni culturali: ovvero recuperare, portare a conoscenza e promuovere il patrimonio artistico della città. Un ringraziamento va a chi ha reso possibile il recupero della Cappella e dello Studiolo, in particolar modo all’assessore ai Lavori Pubblici Anselmo Ranucci, con i tecnici che hanno seguito l’iter amministrativo dell’intervento di restauro, e alla STAS”. Viva soddisfazione è stata espressa dall’assessore Centini: “Tarquinia si riappropria di uno splendido gioiello artistico, rimasto inaccessibile per molto tempo, che rappresenta un’altra testimonianza del grande patrimonio architettonico custodito dalla città”. Situati al secondo piano di Palazzo Vitelleschi e originariamente destinati alla vita privata del cardinale, la Cappella ospita alcune pregevoli opere a carattere religioso, mentre lo Studiolo, decorato da un ciclo di pregevoli affreschi quattrocenteschi, accoglie materiali rinvenuti negli scavi archeologici condotti all’inizio degli Ottanta del Novecento in occasione di lavori di ristrutturazione di palazzo Vitelleschi, a testimonianza della vita quotidiana nella Corneto (Tarquinia) medioevale. “Questa inaugurazione rende finalmente fruibili gli ambienti privati del cardinale Vitelleschi e amplia il percorso di visita del Museo Nazionale Tarquiniense, rendendo aperto al pubblico l’intero secondo piano dell’edificio – ha dichiarato la dottoressa Moretti – Un risultato eccezionale che premia gli sforzi compiuti in questi anni”. Parole riprese dalla dottoressa Cataldi, che ha sottolineato come “la riapertura dello Studiolo e della Cappella costituiscano il traguardo di un lungo percorso volto a restituire a Tarquinia un altro significativo tassello del suo passato”.