Una città infuriata. Non può definirsi altrimenti lo stato d’animo che vive in queste ore Tarquinia, sede individuata per una delle tendopoli che dovrebbero ospitare gli extracomunitari fino ad ora ospitati a Lampedusa e che sarebbe collocata nelle aree dell’aeroporto “Amerigo Sostegni”. Ieri sera nella cittadina etrusca si è svolto un affollato consiglio comunale straordinario, aperto ai contributi della cittadinanza e delle forze sociali. Al termine della seduta, alla quale ha partecipato anche l’Università Agraria al completo, è stata approvata una mozione, presentata dal consigliere Sabrina Angelucci, in cui si condanna il modo di far fronte a un’emergenza umanitaria prevedibile e attesa, con la ricerca illogica ed affrettata di siti idonei senza il minimo confronto con le comunità locali.
Nella mozione si conferma poi la volontà della Città di Tarquinia di resistere con ogni forma e modo legalmente consentito per impedire un simile ingiusto progetto e si dà ampia delega al sindaco del Comune e al presidente dell’Università Agraria affinché venga avviata ogni iniziativa utile per acquisire tutte le necessarie informazioni atte ad impedire l’imposizione di tale scelta. E questa mattina il sindaco, Mauro Mazzola, scrive al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al ministro dell’Interno Roberto Maroni per l’emergenza immigrazione. «L’Italia è, in queste settimane, alle prese con una gravissima emergenza umanitaria causata dall’afflusso continuo di migranti in fuga dal nord Africa in guerra. – scrive il primo cittadino – e il Governo, seppur ancora non concordemente indirizzato ad univoca soluzione, avrebbe espresso volontà – e quindi garanzia – di rientro per circa 100 persone al giorno”. “Mi chiedo, data la manifesta risolutezza – continua Mazzola – dove sia allora la necessità di realizzare insediamenti temporanei o meglio, tendopoli provvisorie, in tutte le regioni italiane. E mi chiedo, ancora, da semplice cittadino, se non sarebbe più logico utilizzare le navi-passeggero, impegnate per lo smistamento prima e il rimpatrio poi, per l’unico scopo di identificazione a bordo ed eventualmente per le operazione di rientro, assicurando anche standard di ospitalità ed igiene sicuramente superiori a quelli di una tendopoli”.