La solitudine e il disagio degli anziani sta per avere fine con il progetto sperimentale “Tele Help”, targato Donne in Movimento e supportato da Asl Roma 4 e Fondazione CA.RI.CIV.
Si tratta un processo di teleassistenza integrata, in cui il mezzo della comunicazione telefonica, tramite chiamata di cortesia, viene affiancato da visite dei volontari di DIM e CRI, ma anche di giovani professionisti, al fine di monitorare una situazione di disagio sociale: la solitudine e l’abbandono degli anziani. L’obiettivo è quello di migliorare la vita degli anziani che vivono da soli, aiutandoli a reintegrasi nella società per esserne parte attiva. È previsto oltre a un centro di ascolto con chiamate in entrata e uscita anche il servizio Pronto Farmaco, ovvero il trasporto domiciliare dei farmaci tenuto da CRI, e la riabilitazione fisioterapica di gruppo e individuale per casi specifici di intervento, con la collaborazione del Centro Polivalente “Giuseppa Ledda”. Il progetto prevede anche la sperimentazione di un dispositivo wearable: il braccialetto elettronico Amyko, che permetterà il continuo aggiornamento dei dati quotidiani degli utenti facendo funzione di cartella clinica, medical reminder per i farmaci e sistema di chiamata di emergenza in caso di necessità. All’interno del progetto saranno inseriti come tirocinanti gli studenti delle scuole superiori Guglielmotti, G. Marconi e Stendhal, grazie all’alternanza scuola/lavoro, che saranno formati su specifiche competenze e sulle nuove eventuali esigenze che emergeranno,sotto la supervisione di un tutor. I destinatari del progetto saranno selezionati per metà dalla ASL Roma 4 attraverso il CAD e l’altra metà sarà proposta da CRI e DIM, per un campione totale di 50 soggetti. In particolare, il Direttore Generale della ASL Roma 4, Dott. Giuseppe Quintavalle ha evidenziato la rilevanza sociale del progetto che investe su diverse generazioni: un ponte tra gli anziani e i giovani costruito con i nuovi mezzi tecnologici e la volontà di aiutare. Un progetto studiato sia per gli anziani, affinché si possano riappropriare di una migliore qualità della vita avendo la sicurezza di qualcuno che li sostiene e li segue non lasciandoli più soli, sia per i giovani che nel ruolo di tirocinanti e nei loro primi incarichi come professionisti potranno far confluire l’entusiasmo e l’energia positiva in un lavoro che forgerà la loro professionalità attraverso un innovativo modo di lavorare nel sociale.