Si svolgerà domani alle 16 l’attesa riunione convocata dal Ministero dell’Economia per affrontare i delicati temi connessi alla vertenza di Tirreno Power. Un appuntamento importante per il futuro dei lavoratori diretti e indiretti, al quale prenderanno parte i vertici dell’azienda, i sindacati di categoria, il Ministero dell’Ambiente e i presidenti delle regioni Liguria, Campania e Lazio.
Chi non ci sarà, invece, è il comune di Civitavecchia in quanto da Palazzo del Pincio fanno sapere di non aver ricevuto alcun invito al tavolo nazionale. Un’esclusione che l’amministrazione comunale non ha gradito, chiedendo formalmente di essere ammessa ai lavori dei prossimi vertici che il Governo riterrà opportuno convocare su questa vertenza. Anche perché è stato confermato l’incontro in programma mercoledì tra il sindaco Antonio Cozzolino e i dirigenti di Tirreno Power, nel corso del quale il primo cittadino cercherà di far valere le ragioni di Palazzo del Pincio. Intanto domani, in concomitanza con il tavolo nazionale, si terrà un presidio proprio di fronte al Ministero dell’Economia a cui prenderanno parte, oltre ai lavoratori di Tvs, anche quelli delle centrali di Vado Ligure e Napoli Levante. Per partecipare al presidio, dalla centrale di Torre Sud partirà alle 14.30 un pullman organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. “È importante – fanno sapere i sindacati – il sostegno dell’intero mondo del lavoro, dei pensionati, di tutti i cittadini e delle forze politiche e sociali”. Per quanto riguarda le azioni da intraprendere nell’immediato futuro, le organizzazioni sindacali affermano di attendere proprio l’asito del vertice di domani. “Come confederazioni territoriali di Civitavecchia – spiegano i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – sosterremo tutte le iniziative che i lavoratori di Tvs decideranno di intraprendere, chiedendo anche ad Enel di farsi carico del problema, in ragione degli accordi sottoscritti nel tempo. Il nostro obiettivo – concludono i sindacati – è quello di non perdere nemmeno un altro posto di lavoro in un territorio dove le percentuali di disoccupazione hanno già raggiunto livelli socialmente insopportabili”.