C’è grande preoccupazione tra i sindacati per la vertenza Tirreno Power. L’incontro di ieri a Palazzo del Pincio non ha aggiunto nulla a quanto emerso dalla riunione di martedì al Ministero dello Sviluppo Economico, nel corso della quale è emersa tutta la gravità della situazione. Di fatto Civitavecchia gioca un ruolo secondario. Il destino della centrale di Torrevaldaliga Sud è legato al futuro dell’impianto di Vado Ligure ed è proprio su questo che si concentrano le richieste di Cgil, Cisl e Uil.
Le segreterie nazionali di Filctem, Flaei e Uiltec chiedono a Tirreno Power di attuare al più presto tutti gli interventi impiantistici e gestionali per arrivare al dissequestro della centrale e quindi alla ripresa produttiva, oltre che di recedere dalla procedura di licenziamenti collettivi per oltre il 60% dei dipendenti. Secondo i sindacati anche il Governo però deve fare la sua parte e per questo motivo chiedono al ministro dell’Ambiente Galletti di rilasciare la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale per consentire l’avvio dei lavori previsti a Vado Ligure, secondo le migliori tecnologie disponibili. Filctem, Flaei e Uiltec vanno in pressing anche sulla Regione Liguria e sugli Enti Locali, chiedendone la massima e celere collaborazione per realizzare le condizioni per il buon funzionamento dell’impianto di Vado Ligure, importante per tutto il gruppo industriale. E qui entra in gioco il ministro dello Sviluppo Economico Guidi. Secondo i sindacati deve coordinare la situazione della vertenza e, al tempo stesso, attivare un tavolo con le parti sociali per affrontare la crisi del termoelettrico in Italia, che sta causando la chiusura di molte centrali. Queste le richieste delle segreterie nazionali di Filctem, Flaei e Uiltec, tutte incentrate su Vado Ligure, perché è da quell’impianto che dipende il futuro della vertenza Tirreno Power, e quindi anche di Civitavecchia. Le parti torneranno a riunirsi la prima settimana di settembre per fare nuovamente il punto della situazione. Nel frattempo i sindacati hanno deciso di mantenere in atto la mobilitazione e gli scioperi già dichiarati.