Pieno successo dello sciopero che si é svolto a Torre Valdaliga Nord e poi a Palazzo del Pincio. Fonti sindacali parlano di un’adesione vicina al 100% delle maestranze impegnate nella centrale. In pratica, la totalità dei lavoratori turnisti e giornalieri ha partecipato allo sciopero per confermare la fortissima opposizione al processo di ristrutturazione imposto dall’Enel. Gli impianti della centrale sono stati fermati.
Dopo un primo presidio all’esterno dei cancelli dell’impianto termoelettrico, i manifestanti si sono spostati sotto Palazzo del Pincio, dove prosegue la manifestazione di protesta.
Un nuovo confronto tra organizzazioni sindacali ed Enel, svoltosi nella giornata di ieri, non avrebbe portato ad un significativo avvicinamento tra le diverse posizioni.
Intanto, dal tavolo interministeriale sulla cosiddetta “carbon exit” e che ha iniziato il suo cammino il 17 aprile scorso, emerge che apposite riunioni si svolgeranno anche a livello regionale in quelle realtà dove gli impianti a carbone sono di una particolare rilevanza. E’ il caso del Lazio e della Puglia che ospitano le centrali di Civitavecchia e Brindisi.
“Siamo qua in massa – affermano in coro le sigle sindacali – perché questi esuberi sono inaccettabili e fanno effettivamente paura. Ci sono rischi non solo per i lavoratori ma per tutto l’indotto cittadino, visto che ci saranno a breve famiglie che non avranno lo stipendio e non potranno spendere. La ricaduta sarà importante. Chiediamo di sederci al tavolo con Enel per parlare seriamente e chiaramente sul futuro dello stabilimento e quindi dei lavoratori. Per ora Enel rimane sulle sue posizioni e questo non ci piace”. Appena arrivati sotto Palazzo del Pincio, il sindaco Antonio Cozzolino é sceso ed ha avuto un confronto con lavoratori e sindacati. Secondo il primo cittadino non era necessario protestare sotto il Comune per una qustione di livello nazionale.