Niente di realmente nuovo sulle banchine, se non un timido miglioramento nel settore di alcune rinfuse solide. Come era facile attendersi in mancanza di dati ufficiali da almeno sei mesi, e basandosi esclusivamente sulla musica diffusa da Radio Porto, i traffici del primo semestre del 2024 nel porto di Civitavecchia non aggiungono nulla di nuovo rispetto a quanto già detto nel corso degli ultimi anni, fatta eccezione per il periodo nero del Covid. Adesso che, si potrebbe dire finalmente, i dati ufficiali sono arrivati, si conferma che nulla cambia rispetto a quanto già scritto in altre circostanze, ovvero che fatta eccezione per il traffico delle crociere, per il resto, soprattutto nel cosiddetto settore delle merci generali non devi far altro che leggere una lunga serie di segni meno.
Fanno eccezione le rinfuse liquide che peraltro, come spiegato più volte, nulla c’azzeccano con i traffici portuali veri e propri riguardando solo ed esclusivamente l’approvvigionamento degli aerei di Fiumicino. Per il resto si registra l’annunciato crollo del carbone (-92,5% rispetto al primo semestre del 2023) solo in minima parte compensato, nel settore delle rinfuse solide, da una incoraggiante crescita dei materiali ferrosi e dei minerali grezzi, che complessivamente aumentano di oltre 130mila tonnellate e compensano il crollo di altri materiali (-77,8% per un calo di circa 77mila tonnellate). Calano, dell’1,8% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, anche le merci varie in colli. Calano gli accosti nave, quindi le navi effettivamente attraccate. Sono stati sedici in meno gli approdi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. In lievissima crescita il traffico container, con i 47.732 teu del 2023 che sono diventati 49.387 nel 2024, sempre comunque a livelli da fondo classifica nazionale e, peraltro, con un calo dei pieni (che sono quelli importanti e che danno lavoro, del 6,7%), per oltre 2.100 teu. Crescono del 14,3% i crocieristi, che si avvicinano a quota un milione e mezzo nel semestre, ma calano di quasi il 4% i passeggeri delle navi dirette verso le isole, la Spagna e il Nord Africa, così come le auto al seguito e i mezzi pesanti. Fortunatamente continua a crescere il settore dell’automotive, che nel primo semestre del 2024 segna un +6% netto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Insomma, il porto di Civitavecchia continua nella sua fase ibrida, senza alcuno scossone positivo nelle componenti più importanti, ovvero quelle commerciali, confermando il quadro di grande difficoltà e sofferenza che lo caratterizza da oltre un decennio. Niente di nuovo è apparso purtroppo sotto il sole e sulle banchine e se qualcuno parla di miracoli deve magari essere amico della signora Gisella Cardia, quella della Madonna di Trevignano, per intenderci.