Male, molto male. Anzi, verrebbe da dire malissimo a fronte di quella che è l’immagine di un porto che scoppia salute da tutti i pori che qualcuno cerca di voler dare. Nella cruda realtà, invece, il porto di Civitavecchia è in zona retrocessione in un ipotetico campionato italiano e ancora una volta i numeri, freddi e inesorabili, condannano lo scalo civitavecchiese per quanto riguarda il traffico merci. E a dirlo, ancora una volta, sono i numeri, impietosamente pubblicati dal Corriere della Sera, ovvero dal più importante, prestigioso e autorevole quotidiano italiano, in un paginone interamente dedicato alle attività portuali e apparso venerdì scorso.
In una delle tabelle che fanno da contorno ai due articoli principali della pagina, il “Corriere” stila la classifica autorità portuale per autorità portuale prendendo a spunto i dati riguardanti lo scorso anno. La graduatoria mette in evidenza complessivamente il peso di ogni singola authority per milioni di tonnellate di merce. Vengono prese a riferimento le rinfuse liquide, quelle solide, i contenitori, i veicoli su ruote e le merci varie. Ebbene, Civitavecchia, a quota 14 milioni, è preceduta soltanto dai fanalini di coda Ancona e Palermo, che chiudono appaiati la graduatoria a 11 milioni. In testa, in un ipotetico podio ma lontane anni luce, Genova, a quota 63 milioni, Trieste a soli quattro milioni di distanza e Gioia Tauro, più lontana e ferma, si fa per dire, a quota 44 milioni di tonnellate. Insomma, niente di nuovo sotto il sole del Mar Tirreno Centro Settentrionale e con la consapevolezza che se i dati, anziché il 2023 avessero riguardato il 2024, la situazione sarebbe stata del tutto uguale, visto che sotto il profilo dei traffici commerciali nei primi otto mesi dell’anno in corso la situazione non è affatto migliorata. Anzi.
1 Comments
giovanni
Scusatemi ma io sono un pò tardo: il porto di Civitavecchia che è quasi al centro delle coste laziali e con porti commerciali del mar Tirreno abbastanza lontani e oggi è quasi in fondo alla classifica lascia pensare male.
Tre cose :
Primo nel retroterra non esiste nulla che dia abbastanza lavoro al porto se non le macchine, le navi per la Sardegna e siamo stati ben visti al Seatrade Cruise Med per il movimento delle navi da crociera.
Secondo con il grossissimo movimento di turisti che scendono dalle navi da crociera a terra non abbiamo fatto nulla per interessarli per cui se ne vanno a Tarquinia o a Roma.
Terzo il movimento dei container è solamente fittizio e la prova di un gestore alternativo è stata stroncata.
Mi convinco sempre più che siano gli interessi politici a guidare la situazione.
Se i politici locali ma di tutti i colori non decidono di incakkkksi con i governi nazionali non ne usciremo.