Si apre domani alle 21 la nuova stagione teatrale che vedrà in scena “Napoli Milionaria!” di Eduardo De Filippo, con Luca De Filippo e Mariangela D’Abbraccio. Una partenza all’insegna della discontinuità, con il direttore artistico Pino Quartullo sotto esame, mentre si rincorrono le voci della fine dell’idillio con l’amministrazione comunale. E’ un fiume in piena che supera con forza l’argine del nastro tricolore, appena tagliato per l’inaugurazione, e raggiunge la pianura. E’ il 27 maggio 1999, dopo 22 anni, torna a vivere il teatro Traiano. Il fiume sono i cittadini, vocianti, curiosi e contenti, la pianura è la vasta platea del teatro ricostruito, più che restaurato, fra momenti di grande speranza e lunghi periodi di sconforto. Dopo quasi un quarto di secolo, la città ha il suo teatro, uno spazio, una struttura come, in verità, il Traiano non è mai stato. Il monologo Intorno a Dante di Giorgio Albertazzi è il primo spettacolo della nuova era. E’ il 30 maggio. Albertazzi apre una breve stagione di quattro spettacoli di grande richiamo, che hanno il compito di avvicinare il pubblico al suo teatro, riprendere un discorso interrotto da troppo tempo, e neppure iniziato se si intende una proposta culturale articolata. La posta in gioco è molto alta. Se la ricostruzione del teatro è costata molto per i fondi impiegati, i tempi di realizzazione, per l’immagine della città; ora bisogna fare i conti con la fase più rischiosa e delicata. Un’estate molto calda per il sovrintendente Fabrizio Barbaranelli, impegnato su diversi fronti: la conquista di un pubblico che non c’è, l’elaborazione di un cartellone che deve bilanciare qualità, pluralità di proposte e costi molto contenuti. La prima stagione del Traiano parte all’insegna della grande convinzione del sovrontendente, non condivisa fino in fondo dal momdo culturale e politico, anche quello più vicino. Troppi i posti in teatro per coprire le spese, troppo alti i prezzi per un teatro comunale. Intanto si è scoperto, in una realtà tecnica e urbanistica monopolizzta da giometri e funzionari che anche il Traiano è sbagliato. Le torri dei camerini chiudono gli spazi laterali al palcoscenico, le poltone sono troppo ravvicinate, la cabina di regia è in una posizione sbagliata. Il 23 ottobre 1999 con Ballando… ballando di Giancarlo Sepe prende il via la prima stagione teatrale del Traiano. Due anni di grandi successi, di abbonamenti in costante aumento, di bilanci oculati. Il terzo anno inizia nel segno della discontinuità con il sovrintendente Barbaranelli, prima apprezzato e poi messo alla porta dalla nuova giunta di centro destra, che ha già completato il nuovo cartellone. Gli succede, in un clima di forti polemiche, il suo direttore artistico: Pino Quartullo. Una specie di apparizione la sua, con una clamorosa defezione. Una scelta, dettata dall’incompatibilità con il sindaco Tidei e, soprattutto, con la sua idea di teatro, arginata e contenuta non senza fatica da Barbaranelli. Il centro destra punta tutte le sue carte su Pino Quartullo: il Traiano è il contenitore e l’amplificatore della sua politica culturale. Tutti dentro e senza badare troppo alle spese. E’ questo il segnale del cambiamento. Si moltiplicano gli spettacoli fuori cartellone; il palcoscenico del Traiano è il riconoscimento per le recite scolastiche, i saggi più disparati, le manifestazioni più diverse. Il buon Pino Quartullo che, il lavoro da direttore artistico lo fa e magari trascura quello di attore, dopo una prima stagione messa in piedi con grandi disponibilità di mezzi, comincia a sentirsi meno indispensabile mattatore di tutto quello che è cultura a Civitavecchia. Comincia a strappare i manifesti selvaggi affissi sulle plance del Traiano, le sue, si trova a coabitare in un teatro sempre più passerella, sempre più strumento di promozione per la giunta di centro destra. E questa sesta stagione del Traiano, che si apre sabato, al di là del valore delle buone scelte di Pino Quartullo, si presenta nuovamente nel segno della discontinuità. Nessun divorzio clamoroso, fra il direttore artistico e i suoi referenti politici. Ma le polemiche al vetriolo di questa estate, la mancata presentazione ufficiale con sindaco e assessore della nuova stagione, la presentazione della stessa stagione con Quartullo a festeggiare con il suo pubblico sono più che un segnale. Del resto quest’anno il direttore artistico ha messo insieme la stagione per gli abbonati, proprio come era toccato a Barbaranelli. E’ saltato il turno C con il teatro sperimentale tanto vicino a Quartullo, messo da parte. Ragioni di bilancio, con i cordoni della borsa stretti tutti insieme, dopo un lungo periodo di grandi disponibilità. E’ possibile che, nei prossimi mesi, il popolare Pino torni a fare il suo lavoro come negli anni trascorsi, ma l’asse Assessorato alla cultura-Fondazione Cassa di Risparmio-Enel vuole avere le mani libere. Una scelta strategica che è stata ben compresa dal direttore artistico che è tornato molto volentieri a fare l’attore, a Roma.