È scattato il 1° settembre il trasferimento di competenze dai Comuni al Ministero della Giustizia in materia di spese di funzionamento degli uffici giudiziari. La novità è contenuta nero su bianco nella legge 23 dicembre 2014 numero 190 (Legge di Stabilità 2015), alla quale è seguito un accordo quadro, siglato dal ministro Andrea Orlando e dal presidente dell’Anci Piero Fassino lo scorso 27 agosto.
In sostanza l’accordo prevede che d’ora in avanti sia il Ministero a sopportare i costi di manutenzione e guardiania, piuttosto che quelle per riparazioni e telefonia in luogo dei comuni. Naturalmente, al fine di assicurare la continuità dei servizi erogati finora dal personale comunale, è contemplata la facoltà di giungere ad accordi a livello locale con i Comuni che ospitano uffici giudiziari, cosicché gli stessi servizi possano continuare ad essere svolti dall’ente territoriale, a fronte di un corrispettivo da stabilirsi sulla base di un’apposita tabella individuata congiuntamente dall’Anci e dal Ministero della Giustizia.
Come disposto dall’articolo 1, comma 526, della legge 190/2014, il Ministero della Giustizia subentrerà nei rapporti in corso ovvero con la stipula di nuovi contratti in caso di scadenza di quelli al momento in atto o di esercizio della facoltà di recesso.
Ferma restando la volontà di Anci e del Ministero di collaborare per garantire un passaggio fluido e senza disservizi, resta per ora aperta la questione relativa al ristoro delle spese degli anni pregressi, per i quali sarà chiamato a fare chiarezza il Ministero dell’Economia.
Nel 2014 il Comune di Civitavecchia ha speso complessivamente 1.132.040,72 euro (di cui 195.574,97 euro per il Giudice di Pace, 520.166,29 euro per la Procura e 416.299,46 euro per il Tribunale). Di questi, 82.603,56 euro sono le spese per i fitti dei locali del Giudice di Pace, 20.698,32 euro le spese telefoniche, 127.111,01 euro i costi delle utenze dell’energia elettrica. La restante parte è invece stata impegnata per interventi di manutenzione, per i servizi di guardiania e vigilanza, pulizia, consumi gas e saldi Tares e Tari. Come previsto dalle norme in vigore, il Comune ha regolarmente richiesto al Ministero il rimborso del 70% delle spese effettuate, pari a 792.428,50 euro.