“La dogana svizzera di Chiasso ti apre le porte del paradiso o dell’inferno”. Inizia così il lungo articolo-reportage realizzato dai giornalisti de Il Sole 24 Ore, Roberto Galullo e Angelo Micuzzi, che hanno voluto squarciare un velo sulle tante truffe ai danni di risparmiatori italiani posti in essere da cosiddetti fiduciari infedeli svizzeri. Oltre 110 milioni di euro le somme truffate di cui si è a conoscenza e la parte del leone, purtroppo, la fanno i 25 milioni di euro che la Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia affidò due anni orsono al fiduciario elvetico Danilo Larini.
Nel loro reportage, gli articolisti del Sole 24 Ore sottolineano che il professionista ticinese arrestato nel 2015 si presentava come fiduciario ma sull’albo online dell’Autorità di vigilanza del Canton Ticino sull’esercizio delle professioni di fiduciario il suo nome non compare, essendo un abusivo. La somma complessiva delle truffe poste in essere da Larini viene stimata in almeno 40 milioni di franchi svizzeri, ai danni anche di altri clienti italiani, e confermato che nel febbraio scorso il fiduciario ha ottenuto l’espiazione anticipata della pena. Galullo e Micuzzi intervistano poi il presidente della Fondazione Cariciv, Vincenzo Cacciaglia, il quale sottolinea che i fondi erano stati affidati alla Nucleus Life AG e a numerose altre compagnie dopo ripetuti contatti preliminari e una selezione di una apposita commissione. “Larini della Lp Suisse e Vincent Derudder della Nucleus Life AG – si legge nell’articolo – erano già in rapporti di affari da tempo. Il gestore patrimoniale era sostanzialmente scelto dalla compagnia assicuratrice, tanto è vero che Larini aveva una procura speciale rilasciata da Nucleus per operare in Ing Lussemburgo, banca depositaria pretesa dalle nostre controparti. La Fondazione aveva indicato come banca depositaria Ubs Zurigo. Abbiamo poi saputo che in Ing Lussemburgo operava la società che aveva emesso le obbligazioni e tutta la galassia del Larini. Nucleus Life AG ha garantito l’operazione tramite i legali rappresentanti Vincent Derudder e Bruno Geissmann, addirittura con una integrazione contrattuale che allo stato tentano di disconoscere”. “Derudder – sostiene Cacciaglia – è uno dei massimi esponenti del mondo finanziario mondiale, la qual cosa ha avuto una incidenza decisiva in tutta la vicenda”. Ma in che modo, chiedono i giornalisti del Sole 24 Ore la Fondazione Cariciv è entrata in contatto con Larini? Cacciaglia risponde affermando che si è giunti al professionista svizzero tramite un broker nostrano, non specificandone il nome. Il presidente della Fondazione conferma poi che in Svizzera è in corso un procedimento penale i cui atti sono stati solo parzialmente desecretati. “Siamo in attesa – conclude ricordando che sei milioni di euro sono stati già reciperati – degli ultimi interrogatori e della chiusura dell’istruttoria, la qual cosa ci consentirà ulteriori azioni nei confronti di tutti i soggetti coinvolti tramite gli studi legali già incaricati e naturalmente abbiamo informato della vicenda gli organi del Principato del Liechtenstein ai quali trasferiremo, appena chiusa l’istruttoria, gli atti del procedimento penale in corso a Lugano”.