Fingere che gli spostamenti di intere comunità sul nostro territorio siano solo un “arricchimento culturale”, che nei collegamenti porto-Roma e porto-Fiumicino possano venire tassisti ed auto NCC da tutta Italia, che le serre florovivaistiche, i cantieri di costruzioni edili e di lavori pubblici, i servizi a cose e persone,occupino maggiormente manodopera straniera è vero atto di irresponsabilità da parte della politica locale nei confronti dei civitavecchiesi.
Quando questo avviene in modo non regolamentato, e non è solo il caso civitavecchiese, si creano a catena situazioni che si allontanano e complicano quello che dovrebbe essere il primo obiettivo e cioè il benessere e la tutela della popolazione locale e il rispetto dei diritti elementari. Nell’era Moscherini a questo si somma l’incapacità a controllare nel territorio secondo leggi vigenti, le persone, le aziende e capitali in entrata e in circolazione. L’esempio più lampante è il tenere la Polizia Municipale sotto organico e a quel che si sa sotto dotazione, e perciò impossibilitata a svolgere i compiti operativi degni di una città normale. E ce ne accorgiamo. Va considerato che questo sistema contribuisce ad alimentare il mercato degli affitti in nero e fuori parametri di legge, l’abusivismo e un forte un indebolimento delle garanzie lavorative come i pagamenti di contributi, orari straordinari e notturni, quote della paga in nero, riduzioni arbitrarie dei compensi sino ad arrivare allo sfruttamento vero e proprio. Si è arrivati a queste situazioni perché sono aumentati fortemente le persone in situazione decisamente debole, al limite della “ricattabilità” e cioè quelli che provengono da paesi stranieri seppur comunitari. Da non trascurare che in città si sentono parlare lingue europee estranee alla CEE e aumenta il fenomeno dell’accattonaggio sino all’utilizzo di mamme con bambini davanti a chiese e supermercati in piena città. Dietro a quello che viene definito buonismo si nascondono incapacità e irresponsabilità bipartisan. Ma questo amplierebbe il discorso. Per ritornare alla tutela occupazionale locale, diverse amministrazioni comunali, ragionevoli e capaci, si muovono contemporaneamente sui diversi fronti essendo essi strettamente collegati. A prescindere dal fatto che in quelle città si garantiscono livelli certificati di gestione acqua, rifiuti, servizi, decoro urbano e vivibilità, poi si controlla il territorio e contemporaneamente si incentiva l’occupazione locale, predispondendo bandi di contributi a favore delle aziende che assumono personale residente da almeno 5 anni nel territorio. Contributi in parte a fondo perduto e a raggiungimento obiettivi, alleggerimento carichi previdenziali ed oneri sociali, ovviamente tutto rigidamente regolamentato e verificato in un ventaglio di interventi. Ci sono anche delle amministrazioni provinciali e regionali che contribuiscono con fondi a favore della occupazione della popolazione residente e questo diminuirebbe la quota comunale. È valido anche per le cooperative con mezzi per trasporto persone, assistenza alla persona, residenze terapeutiche e per soggiorno e mille altre ipotesi legate al crocerismo, turismo, assistenziale, servizi a cose e persone. Piccolo esempio di imprenditorialità sociale: 250.000 euro basterebbero per selezione, corsi lingua ed istruzione 18 persone, loro avviamento ed acquisto di 10 veicoli validi, in comproprietà, con piani di ammortamento e restituzione per reinvestimento sociale, nei percorsi porto-capitale. La progettualità sarebbe molto ampia ed universalmente accettabile senza distingui politici. Ovviamente il tutto andrebbe supportato da iniziative di innalzamento motivazionale, di responsabilizzazione e di senso civico nella popolazione scolastica e non.
Antonio Manunta