L’atteggiamento di Enel al tavolo sul lavoro che si è svolto venerdì scorso al Comune non convince la Fiom Cgil e i lavoratori metalmeccanici, anche oggi in presidio fuori i cancelli della centrale di Torre Valdaliga Nord. In particolare i sindacati parlano della totale mancanza di concretezza da parte del colosso energetico sulle richieste avanzate, soprattutto dopo che la situazione si è aggravata.
Il confronto è su tre aspetti: la procedura di licenziamento per i lavoratori dell’Armeni Wpa, la scadenza dei contratti dei dipendenti della ditta Mo.si.s, e la richiesta di un piano strutturato di manutenzioni ordinario e straordinarie della centrale.
“L’atteggiamento di Enel è stato lo stesso rispetto a quello avuto negli incontri precedenti – spiega il segretario generale della Fiom Cgil, Giuseppe Casafina – quando la situazione non era così grave. Noi da settimane portiamo all’attenzione di tutti la sofferenza dei metalmeccanici e ci aspettavamo soluzioni da parte dei Enel, o perlomeno delle bozze di soluzione. La disponibilità a ragionare non basta più, servono cose concrete. Abbiamo problemi immediati: coloro che hanno perso lavoro o che lo perderanno a breve. Come i dipendenti della ditta Armeni, con i quali abbiamo un incontro giovedì, che ha aperto la procedura di licenziamento. Oppure i dipendenti della Mo.si.s, che ormai sono ex dipendenti visto che il loro contratto a tempo determinato è scaduto. L’altra questione che chiediamo è il piano strutturato di manutenzioni ordinario e straordinarie della centrale, perché gli impianti ne hanno bisogno e anche le persone per lavorare”.
Intanto la Fiom Cgil inizia anche a pensare a soluzioni alternative per i metalmeccanici, che riguarda il porto. “Anche se non ce lo dice esplicitamente – continua Casafina – Enel implicitamente ci sta dicendo che qui ci sono potenzialmente centinaia di disoccupati. Noi a questo punto siamo costretti a pensare ad un altro piano, su cui deve ragionare anche tutta la cittadinanza: un progetto di sviluppo alternativo che tuteli l’occupazione e la salute de cittadini, possibilmente senza mangiare pezzi di territorio. Come tutti i porto importanti, anche a Civitavecchia ci sono cantieri navali, dove sono occupati lavoratori metalmeccanici. Quando si ragiona su bacino di carenaggio, sulla darsena, sono tutte opportunità di sviluppo e di lavoro”.