Continua l’incertezza sul futuro dell’indotto della Centrale Enel di Civitavecchia ed è sempre più insostenibile. Proprio per questo motivo i metalmeccanici, questa mattina, hanno incrociato le braccia per otto ore, che interesseranno l’intera giornata. Per tutto il mese di ottobre ci sarà lo sciopero e il blocco delle prestazioni flessibili, reperibilità e straordinari.
“Dagli Industriali, le Istituzioni e dalla stessa Enel solo ragionamenti per titoli e dichiarazioni di buone intenzioni – affermano dalla Fiom Cgil, che ha organizzato lo sciopero – ma nessun intervento concreto per una riconversione industriale nel segno dell’occupazione e della sostenibilità. Sull’unico progetto ufficialmente in campo (l’Eolico Offshore) non è ancora chiaro se sarà affiancato da una filiera che faccia anche produzione dei componenti, necessaria per garantire tutta l’occupazione.
Non ci si può muovere ancora come se la decarbonizzazione fosse ancora lontana, perchè è vicina e se ne vedono già gli effetti. Alle ditte è stata comunicata una pesante riduzione delle lavorazioni che potrebbe provocare un generalizzato e massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali e che comunque sta già determinando il mancato rinnovo di quasi tutti i contratti a termine (a lavoratori che hanno contribuito al funzionamento della Centrale durate la crisi energetica, negli interessi del paese). Come se non bastasse, le voci di spegnimento e/o smantellamento di gruppi si fanno insistenti ed è noto a tutti che, quando si attiva il fenomeno cosiddetto “Radio Centrale”, a Civitavecchia non si tratta quasi mai di sole voci.
Oggi i metalmeccanici si sono fermati, non è la prima volta e non sarà l’ultima”.