“Quanto dichiarato a Presa diretta dal direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi sul futuro del carbone e di Tvn deve indurre la politica locale ad avviare da subito una riflessione e un confronto sul futuro dell’impianto dal 2025 in poi”. È il pensiero del leader de La Svolta, Massimiliano Grasso, secondo il quale il rapporto tra amministrazione comunale ed spa dovrà essere incentrato sulla creazione di un percorso che in 6-10 anni porti all’uscita dal carbone e ad investimenti su rinnovabili e nuove tecnologie, all’insegna della sostenibilità e dei principi dell’economia circolare.
“Il manager è stato molto chiaro – spiega Grasso – a prescindere dall’effettiva data di uscita dal carbone, un sito importante come quello di Civitavecchia non sarà in ogni caso smantellato. Si pensa al fotovoltaico, ma sicuramente – anche questo Tamburi lo ha detto esplicitamente – anche alla necessità di garantire la produzione energetica a prescindere dai fattori di imprevedibilità legati alle rinnovabili (come ad esempio le condizioni meteo). Quindi ad oggi probabilmente dopo il carbone ci sarebbe il gas, insieme al fotovoltaico. In quest’ottica la nuova Amministrazione dovrà da subito tornare al tavolo con Enel per impegnare il colosso energetico a rispettare l’accordo sottoscritto con il Comune di Civitavecchia, che fra l’altro prevedeva investimenti per 300 milioni nelle rinnovabili, illegittimamente stralciato da Cozzolino senza coinvolgere il Consiglio Comunale. Il rapporto con la spa dovrà essere incentrato sulla creazione di un percorso che in 6-10 anni porti all’uscita dal carbone e ad investimenti su rinnovabili e nuove tecnologie, all’insegna della sostenibilità e dei principi dell’economia circolare, per comprendere quale dovrà essere la destinazione finale del sito di Torre Valdaliga Nord. La Città questa volta dovrà essere messa in condizione di decidere cosa dovrà accadere sul proprio territorio, dopo oltre 60 anni di produzione energetica. Al momento, invece, grazie all’amministrazione M5S finta-ambientalista, Civitavecchia si trova nell’assurda condizione di restituire i soldi all’Enel e di apprendere dai giornali che la stessa Enel si prepara a cancellare posti di lavoro. Tutto questo non può essere accettato da una Città che da oltre mezzo secolo ospita la servitù ambientale e per la salute delle principali centrali termoelettriche del Paese”.