“Con l’approvazione avvenuta giovedì scorso del così detto “DL semplificazioni”, la maggioranza di governo conferma di non avere alcuna intenzione di fermare la costruzione di nuove centrali a gas”. Lo sostiene Potere al Popolo, secondo il quale con il nuovo decreto legge si conferma che il gas e gli appalti per la realizzazione delle costosissime infrastrutture che gli ruotano attorno, trovano sempre sponde istituzionali e partiti amici.
“Non è un caso – affermano da Potere al Popolo – che alla vigilia del dibattito parlamentare per l’approvazione del DL semplificazioni, più 170 associazioni e comitati, locali e nazionali, avevano proposto emendamenti e modifiche sostanziali al testo. Il risultato finale è invece un insulto alla partecipazione, alla trasparenza e alla lotta ai cambiamenti climatici.
Non è un caso che nel suo passaggio in Senato sia stata introdotta una corsia preferenziale con dimezzamento dei tempi per la trattazione dei ricorsi al TAR concernenti la costruzione di nuovi gasdotti, infrastrutture assolutamente indispensabili per l’approvvigionamento degli impianti di produzione energetica ed in particolare delle nuove centrali turbogas.
Un altro passaggio cruciale e allo stesso tempo sconcertante riguarda sempre il TAR e le decisioni relative alle sentenze sulla legittimità delle valutazioni di impatto ambientale. Infatti, come già denunciato in questi giorni da decine di associazioni ambientaliste, con questa norma i giudici diventeranno quasi dei “correttori di bozze”, in quanto il proponente di un dato progetto, sia esso relativo alla realizzazione di una nuova centrale o di un impianto di rifiuti, anche se sconfitto al TAR, magari su aspetti connessi all’impatto sanitario non valutato, potrà chiedere alla pubblica amministrazione di ritornare sul caso. Quest’ultima sarà poi obbligata per legge a provvedere “alle integrazioni necessarie per superare i rilievi della sentenza” e, cosa ancora più grave, attraverso una procedura semplificata che permette addirittura di evitare il confronto pubblico. Una modalità a nostro avviso gravissima che non farà altro che aumentare il contenzioso, visto che i ricorrenti a quel punto non potranno che depositare altri ricorsi al TAR.
È evidente dunque che non c’è da parte del governo e della maggioranza che lo sostiene, alcuna volontà di fermare la realizzazione di opere dannose che, tra l’altro, nel caso di Civitavecchia, comporterebbero anche la perdita di numerosi posti di lavoro.
Non ci stupisce che, al di là dei vuoti ed inconcludenti proclami “green”, i partiti di governo continuino a fare gli interessi delle multinazionali e delle grandi aziende del fossile a discapito di ambiente, salute pubblica e occupazione. Proprio per questo occorre continuare la battaglia contro i siti inquinanti saldando sempre di più i legami con i territori in lotta e provando a sostenere in ogni modo le proposte che da quelle battaglie nascono e prendono forma”.