Non rientra, anzi, si fa più profonda la crisi che si è aperta all’interno dell’Udc sulla questione delle casette di legno. Dopo la bacchettata del presidente Pietro Messina al capogruppo consiliare Mirko Mecozzi, si registra infatti l’intervento di sette iscritti al partito. In una nota Mauro Pirani, Massimiliano Solinas, Simone Assioma, Massimo Finocchi, Stefano Beffato, Antonio Santini e Roberto Peschi da una parte si complimentano con Messina per l’intervento, ma dall’altra lo invitano a rassegnare le dimissioni dalla holding Civitavecchia Infrastrutture, recentemente al centro di una polemica per via di alcune sponsorizzazioni.
“Sulle casette di legno – sostengono Mauro Pirani, Massimiliano Solinas, Simone Assioma, Massimo Finocchi, Stefano Beffato, Antonio Santini e Roberto Peschi – ha perfettamente ragione il Presidente dell’Udc, che ha interpretato alla perfezione anche il nostro pensiero. Da uomo di legge, ha tenuto a precisare che non è possibile operare in assenza di criteri oggettivi, di regole, di trasparenza e con palesi favoritismi e personalizzazioni. Leggendo la sua dichiarazione, in conclusione, abbiamo potuto anche apprezzare come abbia ribadito che il Comune dovrà informare i consiglieri sui criteri oggettivi utilizzati per le assegnazioni di un patrimonio pubblico, pagato con i soldi di tutti. Per eleganza, lui non lo ha detto, ma lo stesso Messina ha lasciato intendere come non esista alcun criterio oggettivo, alcuna graduatoria o informazione pubblica. L’unica condizione che bisogna assolvere per avere una casa del Comune di Civitavecchia è quella di prostrarsi ai piedi del Sindaco. Per avere un bene pubblico, pagato da tutti, secondo il principio di solidarietà, bisogna abbassare ad uno solo che ne dispone come se fosse suo. Questo è intollerabile per un paese civile. È intollerabile perché, oltre alle regole del vivere civile, si calpesta doppiamente la dignità ed i diritti di quelli che possono genuflettersi di fronte al Marchese del momento, così come di quelli che non hanno potuto o voluto umiliarsi tanto. Siamo orgogliosamente civitavecchiesi e questa Città non la riconosciamo più. Non possiamo credere, che una comunità che ha combattuto con dignità e coraggio centinaia di battaglie, non si è piegata davanti ai saraceni, ai fascisti, possa abbassare la testa di fronte ad un gruppetto di vagabondi della politica e delle istituzioni. Gente che per due voti in più si vende senza indugio, gente che per una nomina si tradisce l’uno con l’altro. Non ne possiamo più. E su questa vicenda, chiediamo ai nostri amministratori pubblici, di tutelare anche le decine di cittadini che non hanno voluto o potuto prostrarsi, e che giustamente, abbandonati da tutti, dalla politica, dalla loro comunità, non hanno la forza ed il coraggio di porsi contro il sistema. Per questo motivo, sarà nostra cura organizzare il “Comitato dei cittadini che hanno diritto alla casa”. Il nome è un po’ lungo ma l’obiettivo più semplice: cercare di tutelare la povera e la brava gente dai soprusi. In cuor nostro, rimane sempre comunque la speranza che la nostra Città non si mandi giù pure questa e reagisca. Poniamo inoltre una domanda al nostro presidente – concludono i sette iscritti dell’Udc – non crede sia utile dare le dimissioni dalla holding Civitavecchia Infrastrutture, visto quello che è accaduto?”.