Dopo una battaglia giudiziaria durata cinque anni è arrivata la parola fine sul vecchio contenzioso tra Autorità Portuale e Totalerg riguardante l’applicazione di una soprattassa decisa durante la gestione dell’ex presidente Pasqualino Monti. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato da Molo Vespucci, affiancato dall’avvocatura generale dello Stato, dall’Agenzia delle Dogane e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che chiedevano l’annullamento del pronunciamento del Presidente della Repubblica del luglio 2017.
Il Capo dello Stato, in quell’occasione, si era rifatto a precedenti pronunciamenti della giustizia amministrativa che aveva giudicato insussistente l’aumento della soprattassa, giustificata anche al fine di sostenere i costi di gestione degli impianti di depurazione in ambito portuale. Ciò, perché nel decreto impugnato, non si faceva alcun riferimento all’atto programmatorio che avrebbe dovuto prevedere la realizzazione delle opere per le quali l’Autorità intendeva provvedere con risorse finanziarie da reperire con la soprattassa. Inoltre, si finalizzava l’aumento di quest’ultima alla copertura delle spese di gestione degli impianti di depurazione in ambito portuale, che non hanno carattere straordinario e non rientrano comunque tra le opere per le quali la stessa Autorità può avere potere di imporre soprattasse. Anche Enel, inizialmente, aveva affiancato Totalerg nel ricorso, poi aveva deciso di sfilarsi e la società petrolifera era quindi rimasta sola. Come detto, si avvia dunque a conclusione dopo cinque anni un contenzioso che ha fatto molto discutere e che inciderà sulle casse di Molo Vespucci per una somma vicina ai dieci milioni di euro. Una cifra importante, per la quale, comunque, era già stato creato un fondo di accantonamento al fine di evitare effetti devastanti sulle finanze e sul bilancio dell’ente.