“Dei traffici commerciali portuali sono rimaste le briciole: i materiali ferrosi sopravvivono con l’ansia che Terni possa chiudere o essere ridimensionata, granaglie, carta, cemento, auto, carbone non destinato a Torre Nord, frutta e tanti altri traffici sono pressoché scomparsi; per quanto riguarda i container siamo probabilmente la maglia nera del Mediterraneo. Tutti, tranne quelli che come le simpatiche scimmiette non vogliono vedere, sentire e parlare, sanno che l’economia di un porto prospera soprattutto se si sviluppano i traffici commerciali. A Civitavecchia sono state fatte scelte diverse: ci riempiamo la bocca di record che riguardano i crocieristi e i passeggeri, ma spesso non riusciamo a riempire la stessa bocca di cibo. Chi la bocca riesce a riempirla bene, anzi benissimo, è la casta di quelle poche decine di beneficiati che riescono, grazie a questo “bluff” del new deal dell’economia portuale, a spuntare stipendi ragguardevoli”. Pensate sia un articolo scritto in queste ore? Sbagliato. Lo trovate su www.trcgiornale.it alla data del 14 agosto 2014 sotto il titolo “Il triste Natale di una città in agonia”.
Parliamo quindi di cinque anni fa, di quando, senza fare troppi giri di parole, nessuno conosceva l’attuale management dell’Autorità Portuale. Quindi, con l’arrivo di di Majo e compagni la situazione non è peggiorata. E’ rimasta praticamente la stessa, con l’unica eccezione del traffico della frutta, progressivamente diventato uno dei più importanti dello scalo marittimo civitavecchiese. Per il resto, notte fonda e questo anche per quello che molti definiscono l’immobilismo dell’attuale vertice di Molo Vespucci. Quindi, poche differenze rispetto al passato, anzi, una grande differenza c’è: le scimmiette che nel 2014 non vedevano, non sentivano e non parlavano, adesso hanno improvvisamente ritrovato vista, udito e voce. Il 2019 sarà comunque ricordato, nel settore portuale, per diverse questioni che proprio nel 2020 dovrebbero trovare in qualche modo una risposta. Ci riferiamo, tanto per fare un esempio, alla cosiddetta “guerra delle banane”, snodo fondamentale per il futuro dei traffici commerciali e non solo di quelli legati alla frutta. Ci riferiamo alla vicenda ex Privilege. Anzi, proprio riguardo questa, ennesima, paradossale storia tutta civitavecchiese, ci sentiamo di rivolgere un appello alla Royalton. E’ vero, è stata messa in dubbio la vostra serietà e correttezza, anzi di più. Adesso l’inchiesta partirà e conoscendo i tempi della giustizia potrebbe impiegare mesi prima di arrivare ad una sintesi. Visto avevate riferito in più di un’occasione della volontà di mettere a disposizione dei lavoratori ex Privilege un fondo da un milione e mezzo di euro, fate di meglio: firmate quella benedetta concessione demaniale e iniziate almeno i lavori per la messa in sicurezza dello scafo, per i quali saranno necessari alcuni mesi. In questo modo la città avrebbe davvero la percezione che volete fare sul serio e un discreto numero di persone, adesso a spasso, potrebbe ricominciare a lavorare, e questo è sicuramente meglio di un fondo assistenziale. Se poi l’inchiesta dovesse portarvi cattive notizie, farete sempre in tempo a chiudere, come si dice dalle nostre parti, “baracca e burattini” e sicuramente avrete speso meno del milione e mezzo di euro che vorreste versare nel fondo assistenziale. In caso contrario, ovvero se l’inchiesta dirà che siete delle “personcine a modo” potrete, qualora lo vorrete, prendervi l’eventuale rivincita giudiziaria sui soggetti che hanno messo in dubbio la vostra correttezza e serietà. Un ultimo accenno potrebbe essere fatto al settore crocieristico, che continua a fare i suoi comodi e, soprattutto, i suoi interessi, infischiandosene assolutamente di rapportarsi con la città. D’altronde, se i civitavecchiesi, e ci riferiamo in particolare agli imprenditori del settore marittimo e portuale, sono affetti da tafazzismo e servilismo acuto e non hanno un minimo moto di ribellione, con chi ce la vogliamo prendere?