Alcuni messaggi in lingua francese, inviati alle redazioni locali e a quella del quotidiano nazionale “La Repubblica”, nei quali si mette in evidenza come la Royalton, ovvero la società maltese proprietaria dello scafo e del cantiere ex Privilege, non sia in possesso della maggioranza delle quote azionarie. Maggioranza delle quote che, viceversa, sarebbe detenuta da tale Nidal Chazi (Mofid) Karameh, con il quale, oltretutto, non correrebbe buon sangue avendo idee diverse sullo sviluppo dell’attività a Civitavecchia rispetto ai rappresentanti della Royalton.
Tutti i media si sbagliano sulla proprietà della nave vincolata – si legge in uno dei messaggi – perché Royalton possiede meno dell’8% della nave. Nidal Chazi Karameh possiede oltre il 92% della nave. Royalton non ha alcun controllo su ciò che accade o quando inizia la costruzione. Karameh ha il controllo. Karameh e Royalton non lavorano bene insieme e sono molto scomodi l’uno contro l’altro”. E’ l’ennesimo capitolo poco chiaro di una vicenda, quella del cantiere alla Mattonara, che è stata poco chiara fin dall’inizio. Fin dalla faraonica inaugurazione del 2008, alla presenza di ministri, parlamentari, cardinali, nani e ballerine, nella quale non si seppe però spiegare al mondo intero chi aveva commissionato l’enorme yacht che si sarebbe andati a costruire. Sulle diverse situazioni che hanno portato alla nascita e allo sviluppo delle attività di quel cantiere sono in corso due distinte inchieste, quella relativa al fallimento della Privilege, e quella, che si svolge al Tribunale di Arezzo, riguardante il crack di Banca Etruria, l’istituto di credito che maggiormente si espose finanziariamente per promuovere l’iniziativa. Ma chi pensava che tutto si sarebbe risolto dopo la vendita all’asta fallimentare dello scafo e dei capannoni che fanno parte del cantiere non sapeva, purtroppo, che la chiarezza non sarebbe comunque arrivata. Fin da quando la Royalton si è aggiudicata dapprima lo scafo P430 e poi il cantiere, sono iniziate a pervenire agli organi di informazione comunicazioni contrastanti sull’attività della società maltese e sui suoi massimi rappresentanti. Adesso spunta, anzi rispunta, visto che era già scappato fuori all’inizio dello scorso anno, il nome di Nidal Chazi Karameh. Andando a spulciare sulla monumentale fonte di informazioni rappresentata da internet si scopre che il personaggio opera in Nigeria ed è Ceo, ovvero amministratore delegato, di aziende di diversi settori economico-imprenditoriali. Ma al di là di chi sia o cosa faccia Karameh, resta in ballo un pesante interrogativo: cosa si nasconde dietro questa vicenda del cantiere ex Privilege? Ci sono altri interessi dietro? Perché, in un modo o in un altro, si cerca di mettere in cattiva luce i nuovi proprietari che, peraltro, dal canto loro, finora non hanno certo brillato per trasparenza e chiarezza, non uscendo mai allo scoperto? Chi ha interesse a che le acque che circondano quell’area della Mattonara, così importante dal punto di vista strategico, restino torbide per non dire limacciose?
M. C.
2 Comments
Susanna Flag
Dopo 15 anni anni di solenni prese in giro di faccendieri, furbacchioni, maltesi e presunti arabi, credo sia arrivata l’ora di smetterla di indignarsi e passare alla fase successiva, quella dei sani “calci in culo a fin di bene” per il vero sviluppo del porto e la salvaguardia della nostra collettività
giovanni
Bisogna vedere come è costituito il contratto di acquisto e quali vincoli temporali aveva dentro insomma ossia se l’area è stata data solamente i concessione o se è stata VENDUTA insieme a quello che era costruito sopra insomma si stà concretizzando un’altra immensa presa per i fondelli di Civitavecchia e del suo porto a meno che chi ha venduto avesse altri interessi.