A distanza di 24 ore dell’enorme clamore social destato dalle riprese e dalle foto effettuate con gli smartphone in diverse zone di Civitavecchia, non si conosce in che modo sia finita la storia dell’uomo che nella freddissima serata di domenica scorsa correva per le strade cittadine completamente nudo. Non si sa, soprattutto, se la persona sia stata in qualche modo soccorsa e aiutata. A livello di chiacchiere, che rappresentano da sempre un elemento importante del codice genetico civitavecchiese, sembra che alla fine la persona sia stata intercettata da un’auto delle forze dell’ordine che ha successivamente chiesto l’intervento dei sanitari del 118.
Di lì un successivo trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Ma si tratta assolutamente di chiacchiere, che finora non hanno trovato il minimo riscontro, magari attraverso una comunicazione ufficiale della Asl o, meglio ancora, della presunta forza dell’ordine che avrebbe bloccato il soggetto. Di concreto, viceversa, c’è l’appello lanciato guarda caso alla nostra emittente da una persona che ritiene di aver riconosciuto l’uomo attraverso le immagini, pur criptate, diffuse dalla nostra testata. Si tratterebbe di un ragazzo di sua conoscenza, che già in passato avrebbe avuto problemi di carattere psicologico/psichiatrico e che, evidentemente, si troverebbe in una condizione nella quale avrebbe sicuramente bisogno di aiuto. La stessa persona che ha contattato la nostra redazione via mail ricorda che Civitavecchia alla fine è una città piccola e ritiene quindi di non essere l’unico ad aver riconosciuto il ragazzo. “Spero, quindi – conclude – che già qualcun altro si sia attivato, anche perchè io sono lontano e non potrei fisicamente andare a trovarlo”.
E sulla vicenda dell’uomo nudo si registra anche un intervento in sede politica. Il consigliere comunale di Alleanza Verdi e Sinistra, Ismaele De Crescenzo, ricorda che la malattia mentale è spesso trattata come un tabù, un tema che viene messo da parte, nascosto, ignorato e che questo atteggiamento non fa che alimentare il dolore di chi vive quotidianamente tale sofferenza, creando un muro di silenzio che isola le persone e le rende ancora più vulnerabili. Per De Crescenzo, la vera forza sta nel guardare con occhi empatici, nel comprendere che ogni essere umano ha la sua lotta, spesso silenziosa, che non merita di essere derisa, ma solo rispettata.