Un altro record per Civitavecchia, ovviamente negativo, che emerge dopo aver visto la desolante immagine di ieri del grande pullman fermo in mezzo a una strada con gli sportelli aperti. E’ quello dell’età media degli autobus utilizzati per effettuare quello che viene definito il servizio trasporto urbano. I mezzi a disposizione di Argo, la sot che si occupa del trasporto pubblico e della gestione dei parcheggi a pagamento hanno un’età media superiore ai 15 anni e sulle spalle centinaia di migliaia di chilometri.
Detto ciò si comprende facilmente per quale ragione capita ogni tanto che qualcuno di questi “giovani” autobus si prenda la briga di fermarsi e di lasciare a terra autisti e passeggeri. Il parco degli automezzi gestito da Argo può infatti contare su alcuni esemplari immatricolati nel 1998, ma anche su un esemplare immatricolato nel 1991, ovvero 24 anni fa. Viene anche da chiedersi come facciano ancora a camminare. Una risposta possiamo darla mostrando le foto scattate questa mattina all’autoparco comunale, che evidenziano chiaramente la presenza di altri autobus, ancora più vecchi, sistematicamente cannibalizzati per dare pezzi di ricambio a quelli in servizio.
Da quei vecchi pullman si prende tutto, dai componenti del motore agli ammortizzatori, per finire con pezzi di carrozzeria e dell’impianto elettrico. Un altro aspetto da considerare e che viene trascurato riguarda l’impatto inquinante dei mezzi del trasporto urbano di Civitavecchia. A parte i quattro pulmini a gas in dotazione al servizio dal 2008, tutti gli altri hanno emissioni di fumo che appaiono del tutto simili a quelli spesso immortalati nelle foto che ritraggono le ciminiere delle navi presenti in porto. Insomma, una situazione desolante e degradante, sulla quale ieri pomeriggio hanno giustamente fatto sentire la loro voce anche i sindacati del settore trasporti, preoccupati per il futuro del servizio. Il paradosso è che il servizio, per anni in passivo, adesso, grazie ai turisti che sono trasportati da Largo della Pace alla stazione (peraltro con un costo del biglietto risibile) comincia a raggiungere risultati incoraggianti. Però non si investe un centesimo e non si capisce neanche fino a quando, con quegli autobus indecenti, sarà possibile continuare a gestire il servizio del cosiddetto trasporto urbano.