“Tintinnar di manette sulle concessioni portuali del centro Italia con Procure in movimento a Civitavecchia e Livorno su presunti abusi di alcuni terminalisti”. E’ l’attacco di un articolo apparso su Ship 2 Shore, sito specializzato nel trattare questioni che riguardano i porti e le attività marittime in generale, che dedica ampio spazio all’inchiesta della Magistratura che ha portato al sequestro del terminal crociere per anni al servizio dei crocieristi nell’area antistante la banchina 25. Un approdo inizialmente riservato esclusivamente al traffico commerciale, ma che negli anni, di fronte al boom delle crociere, veniva anche utilizzato per l’attracco delle “città galleggianti”.
L’articolista evidenzia il parallelismo esistente tra quanto avvenuto a Civitavecchia e quanto successo a Livorno per un’altra inchiesta che riguarda i rapporti tra la locale Autorità Portuale e alcuni terminalisti per certi versi simile, ponendo l’indice sui tanti anni di vacatio legis e opacità della pubblica amministrazione in merito ai rapporti tra gli enti portuali e i concessionari. Nello specifico dell’inchiesta locale, Ship 2 Shore sottolinea come l’Authority non abbia comunque chiarito “quale sia l’oggetto dell’indagine, se e nel caso chi siano gli eventuali indagati, né le ipotesi di reato formulate”. Evidenzia, poi che dalla nota diffusa da Molo Vespucci si intuisce solo che le contestazioni riguarderebbero l’utilizzo da parte di Roma Cruise Terminal, che ha preferito non commentare, di un’area destinata ad altre funzioni dal Piano Regolatore Portuale per un periodo protrattosi oltre i termini originariamente previsti nella concessione del 2005 e successivamente prorogati. In ultimo, ricorda che la querelle, in particolare, verte sugli oneri, per circa 15 milioni di euro, sulla cui imputazione le posizioni sarebbero state divergenti fra la Rct e l’ex presidente Francesco di Majo, il quale negli ultimi mesi di mandato avrebbe avviato anche azioni legali al riguardo della permanenza del terminalista sulla banchina 25. Adesso bisognerà vedere se le supposizioni avanzate nell’articolo del magazine genovese troveranno o meno conferma. La sensazione è che la vicenda sia destinata a provocare ulteriori e importanti sviluppi e non solo sotto il solo aspetto dei rapporti all’interno del porto. Si spiegherebbe in questo modo la tensione che da qualche giorno a questa parte si respira in diversi ambienti dello scalo marittimo.