E’ stata la compostezza l’elemento fondamentale della cerimonia funebre svoltasi questa mattina alla Chiesa di San Francesco a Tarquinia, nel corso della quale è stato tributato l’ultimo saluto a Sergio Capitani, il giovane operaio rimasto tragicamente ucciso sabato scorso in seguito ad un incidente sul lavoro avvenuto nella centrale di Torre Valdaliga Nord. Già prima delle 11, ora di inizio della funzione, la chiesa era stracolma. Tantissimi gli amici ed i colleghi di lavoro. Tante le rappresentanze istituzionali.
Tra queste, il neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il neo presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi, i sindaci di Tarquinia e Civitavecchia, Mauro Mazzola e Giovanni Moscherini. Presente anche una delegazione di dirigenti Enel guidata dall’ingegner Calogero Sanfilippo, responsabile della filiera carbone per l’azienda energetica (in mattinata i vertici di Enel avevano rinnovato le condoglianze alla famiglia di Capitani). La cerimonia, come detto, si è svolta in un clima di grande compostezza. Nell’omelia, l’amministratore apostolico della Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, Monsignor Gino Reali, ha parlato di Sergio Capitani come di una vittima innocente, “così – ha detto – come vittima innocente era stato Gesù”. Il Presule ha anche lanciato un appello al Governo Italiano affinché metta al primo posto della sua agenda i temi della sicurezza sul lavoro. Particolarmente toccanti le parole del cugino di Sergio Capitani, l’avvocato Davide Capitani, che ha voluto esprimere la solidarietà della famiglia ai tanti operai che quotidianamente si trovano a dover lavorare all’interno dell’impianto e nel cantiere. “Gli auguro – ha concluso – che non siano più costretti a farsi il segno della croce ogni giorno prima di iniziare la loro attività lavorativa”.