Secondo il rapporto:
Oggi, in tutto il mondo, 1 minorenne su 70 vive al di fuori del Paese di nascita.
Circa un quarto di tutti i migranti del mondo è nato in Asia e vive in un Paese diverso all’interno del continente.
Insieme, Africa e Asia ospitano 3 bambini migranti su 5.
La metà dei bambini migranti di tutto il mondo vive in soli 15 Paesi, in testa alla classifica gli Stati Uniti d’America, che ospitano 3,7 milioni di bambini. L’Italia è al 20esimo posto con 400 mila minorenni.
In Italia, nel 2015, sono stati identificati 12.360 minorenni non accompagnati, il 75% di tutti i minorenni sbarcati, mentre nel 2016 si sono avute 25.846 identificazioni, pari al 92% dei minorenni sbarcati.
Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015, le nazionalità che risultano incidere maggiormente sul totale degli arrivi di minorenni in Italia sono quella siriana, eritrea, egiziana e somala.
Al mese di ottobre del 2016 i minorenni stranieri non accompagnati che hanno presentato una domanda d’asilo in Italia sono stati 4.168, ovvero il 48,3% dei minorenni (accompagnati e non) e il 4,2% rispetto al totale (adulti + minorenni) dei richiedenti asilo. Secondo i dati Eurostat, con 4.070 richieste di protezione presentate dai minorenni, nel 2015 l’Italia si posizionava al sesto posto in Europa. Nel corso dello stesso anno, i principali Paesi di cittadinanza sono stati Gambia, Nigeria e Mali.
Nel corso degli ultimi anni, il numero dei minorenni irreperibili in Italia ha subìto un’evidente crescita: sono passati infatti dai 1.754 del 2012 ai 6.508 di fine novembre 2016. In termini percentuali, hanno raggiunto la massima incidenza nel corso del 2015 arrivando al 34% del totale dei minorenni non accompagnati (presenti nelle strutture + irreperibili), valore che a fine novembre 2016 è sceso al 27,4%.
La pubblicazione si compone di una sezione rivolta alla descrizione delle fonti statistiche disponibili, una di analisi dei dati e un’ultima dedicata alle interviste di un gruppo di minorenni arrivati in Italia dopo il 2014.
“Ciò permette di restituire volti e storie ai minorenni coinvolti nelle migrazioni, approfondendo le motivazioni che spingono a spostarsi, valutando se esiste un legame di causa-effetto tra il Paese di provenienza e la riuscita della migrazione, analizzando storie di ‘successo’ o ‘insuccesso’ degli esiti, approfondendo il caso dei minorenni irreperibili e i percorsi da essi intrapresi,” ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia. “In questo contesto, al fine di analizzare la condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti in Italia, è stata avviata una collaborazione con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che dei temi migratori si occupa da anni,” ha continuato Guerrera.
“L’indagine mira a costituire sia un valido e aggiornato strumento di advocacy da adoperare insieme alle istituzioni rispetto alla condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti sul territorio con i recenti arrivi (via mare e non), sia una pubblicazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cause che spingono i minorenni e le loro famiglie a migrare, sulle situazioni che affrontano lungo le rotte attraversate e sulle condizioni che si trovano a vivere una volta giunti in Italia,” ha sottolineato Corrado Bonifazi, Direttore dei CNR – IRPPS. “L’indagine vuole anche essere uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici per far sì che l’attenzione ai più recenti arrivi via mare, non abbia carattere esclusivamente emergenziale. Venga così garantita piena tutela dei diritti di questi minorenni, in conformità agli obblighi contratti dall’Italia a livello internazionale e da quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,” ha concluso Bonifazi.
All’interno del rapporto si trovano storie: di chi parte per sfuggire alla povertà (ragazzo albanese di 17 anni); di chi parte per sfuggire all’oppressione (ragazzo senegalese e ragazzo afghano di 17 anni); della fuga (egiziano di 18 anni); di chi sta male per le percosse (ragazzo gambiano di 16 anni); di una vita sul treno (ragazzo ucraino di 15 anni); di chi vuole lavorare regolarmente (ragazzo egiziano di 16 anni); di chi è stato rimandato in Italia per effetto del Regolamento di Dublino (bambino iracheno di 9 anni); di chi vorrebbe giocare a calcio (ragazzo gambiano di 16 anni); di chi non è visibile amministrativamente (bambino e bambina di 5 e 8 anni).
L’UNICEF Italia promuove la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione Europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti. La petizione può essere sottoscritta online su firma.unicef.it
UNICEF ITALIA
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Dati generali
A livello globale i bambini rifugiati e migranti che si sono spostati da soli hanno raggiunto un numero record, quasi quintuplicato dal 2010. Tra il 2015 e il 2016 sono stati registrati almeno 300.000 bambini non accompagnati e separati in circa 80 paesi, rispetto ai 66.000 tra il 2010 e il 2011.
Nel 2015, 31 milioni di bambini vivevano in un paese diverso da quello di nascita. Mentre gran parte di loro si è spostata in modo regolare per trasferirsi insieme alle proprie famiglie in un paese diverso, questo numero include anche 10 milioni di bambini rifugiati e 1 milione di richiedenti asilo fuggiti da conflitti armati, violenze e persecuzioni.
Nel 2016, oltre 1,2 milioni di persone hanno fatto richiesta di asilo in 32 paesi europei – oltre il triplo rispetto al 2013. Per i bambini, questa tendenza è stata ancora più marcata. Il loro numero è quasi quadruplicato rispetto al 2013 e quasi decuplicato rispetto al 2008. Il numero di bambini fra i richiedenti asilo è aumentato, passando da 1 su 5 nel 2008 a 1 su 3 nel 2016.
Tra il 2015 e il 2016, in 80 paesi, 200.000 bambini non accompagnati hanno fatto richiesta di asilo.
Tra il 2015 e il 2016, 170.000 bambini non accompagnati hanno fatto richiesta di asilo in Europa.
Il 92% di tutti i bambini arrivati in Italia via mare nel 2016 e nei primi 2 mesi del 2017 erano non accompagnati e separati.
Il numero complessivo di rifugiati – bambini e adulti sotto il mandato dell’UNHCR – è aumentato da 10,4 milioni alla fine del 2011 a 16,5 milioni alla fine del 2016. Mentre nel 2005 circa 1 bambino su 350 era rifugiato, nel 2015 la proporzione è aumentata a circa 1 su 200. La metà dei rifugiati nel mondo erano bambini.
Tratta e traffico
A livello globale circa il 28% delle vittime di tratta sono bambini.
La tratta è un grave rischio per i bambini in fuga. Di circa 1.600 bambini migranti fra i 14 e i 17 anni arrivati in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo Centrale nella seconda metà del 2016, tre quarti hanno riportato esperienze che suggeriscono che potrebbero essere stati vittime di tratta o sfruttati in altro modo. I risultati di un’indagine condotta a inizio 2017 indicano che la situazione potrebbe peggiorare, visto che il 91% degli intervistati ha riportato esperienze simili.
Le vittime di tratta vengono sfruttate in molti modi; in generale, le forme più comunemente registrate di sfruttamento sono: sfruttamento sessuale (54%) e lavori forzati (38%).
Fra il 2012 e il 2014 sono state identificate più di 60.000 vittime di tratta in oltre 100 paesi e territori. Innumerevoli altre non vengono scoperte.
In Africa Sub Sahariana e in America Centrale e nei Caraibi sono stati riscontrati i tassi più alti di bambini fra le vittime di tratta accertate, rispettivamente il 64 % e il 62%.
Circa il 20% dei responsabili di traffico è legato a organizzazioni per la tratta di esseri umani.
Nel 2016 l’Europol ha stimato che il 90% dei migranti irregolari entrati in Europa nel 2015 si è fatto aiutare durante il viaggio, nella maggior parte dei casi da reti operanti nel traffico di migranti.
Il business derivato dalle reti per il traffico di migranti per facilitare il raggiungimento o lo spostamento all’interno dell’Unione europea ha generato nel 2015 4,7-5,7 miliardi di euro.
Le tariffe dei trafficanti variano enormemente, in base al paese d’origine e alla rotta utilizzata per arrivare in Europa. Una famiglia di 5 persone proveniente dall’Afghanistan potrebbe pagare 8.000-11.000 euro, mentre una famiglia di 8 persone dalla Siria potrebbe pagare anche 58.000 euro.
Detenzione
Il numero di bambini nel mondo attualmente in detenzione a causa del loro status di migranti non è conosciuto, ma oltre 100 paesi detengono notoriamente i bambini per motivazioni connesse alle migrazioni.
Tra il 2015 e il 2016, 100.000 bambini non accompagnati sono stati arrestati al confine Stati Uniti – Messico.
Decessi
A livello globale, l’OIM ha registrato oltre 21.000 migranti deceduti dal 2014; il numero preciso di bambini fra loro non è noto.
La rotta del Mediterraneo Centrale è una delle più letali al mondo, con 4.579 deceduti registrati – fra i quali si stimano 700 bambini – su 180.000 arrivi nel 2016. Questo significa che 1 persona su 40 che ha provato l’attraversamento è morta nel tentativo.
Alcuni migranti sono morti per asfissia per avere inalato i fumi della benzina o per essere stati ammassati in spazi sovraffollati e chiusi, come sotto i ponti delle navi. Altri sono annegati in barche spinte oltre i limiti della loro idoneità alla navigazione – come nel caso di tre quarti delle morti registrate nel Mar Mediterraneo.