“In occasione del Safer Internet Day (oggi), l’UNICEF ricorda che, a livello mondiale, oltre 1 studente su 3 fra i 13 e i 15 anni ha vissuto esperienze di bullismo. Inoltre, secondo un sondaggio condotto dall’UNICEF tramite la piattaforma U-Report, su 170.000 giovani da 30 paesi che hanno partecipato, 1 su 3 ha vissuto esperienze di cyberbullismo; a causa del bullismo online, 1 su 5 ha saltato la scuola”, ha dichiarato Francesco Samengo, Presidente dell’UNICEF Italia.
Secondo il sondaggio dell’UNICEF:
• il 71% di coloro che hanno risposto crede che il cyberbullismo si verifichi soprattutto sui social network;
• Circa il 32% crede che i governi dovrebbero essere responsabili di porre fine al cyberbullismo, il 31% ritiene che dovrebbero esserlo i giovani e il 29% ha risposto le società di internet.
I dati disponibili suggeriscono che le ragazze hanno maggiori probabilità di essere vittime di cyberbullismo rispetto ai ragazzi , si stima inoltre che gli studenti più grandi potrebbero essere maggiormente esposti al cyberbullismo rispetto a quelli più piccoli : i ragazzi di 15 anni riportano una percentuale maggiore di cyberbullismo rispetto a quelli di 11 anni.
“Nel mondo, ogni 5 minuti muore un bambino a causa di violenza . Moltissimi altri convivono con le cicatrici causate da violenza fisica, sessuale e psicologica, che va dalle percosse al bullismo”, ha dichiarato Francesco Samengo, Presidente dell’UNICEF Italia. “In un mondo digitale, la violenza che i bambini affrontano nelle loro case, scuole e comunità è spesso amplificata da SMS, foto, video, email, chat e social media. A differenza del bullismo esercitato di persona, il cyberbullismo può raggiungere la vittima dovunque, in qualsiasi momento, spesso lasciando il bambino bullizzato in uno stato di ansia costante”.
L’aumento del cyberbullismo riflette la rapida espansione dell’accesso dei bambini e dei giovani a internet.
• In 7 paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti fra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata dal 7 al 12% tra il 2010 e il 2014 ;
• Secondo l’ITU, circa il 70% della popolazione giovane mondiale (15-24) era connessa nel 2017 (un numero in aumento rispetto al 36% degli under 25 nel 2011 ).
Le vittime di cyberbullismo sono maggiormente soggette all’uso di alcol e droghe e a saltare la scuola rispetto agli altri studenti. Inoltre, hanno maggiori probabilità di ricevere voti mediocri e di avere problemi di autostima e di salute. In situazioni estreme, il cyberbullismo ha portato al suicidio.
I genitori e coloro che si prendono cura dei bambini e dei ragazzi possono aiutare a prevenire il cyberbullismo attraverso un coinvolgimento attivo nelle esperienze online dei bambini:
• I genitori tendono a sottostimare la quantità di tempo che i loro bambini trascorrono online e il livello di coinvolgimento dei bambini e dei giovani nel cyberbullismo, sia come bulli che come vittime;
• I giovani che sono state vittime di cyberbullismo sono spesso riluttanti nel confidarsi con gli adulti, anche se gli studi dimostrano che questa dinamica sta gradualmente diminuendo.
• Per i genitori può essere utile diventare maggiormente informati sull’utilizzo di internet da parte dei loro figli e sviluppare strategie specifiche per monitorarlo, per esempio parlando ai loro figli di internet e impegnarsi in attività online congiunte con loro .
Che si verifichi di persona o online, il bullismo è tra le principali preoccupazioni per i bambini – e loro stessi si stanno muovendo per fermarlo. Con il Manifesto Giovanile #Endviolence, i giovani si sono impegnati a “essere rispettosi e attenti a come trattiamo la nostra comunità e a intervenire parlandone quando è sicuro farlo”. Quest’anno, hanno mantenuto questo impegno rispondendo alla chiamata di gentilezza dell’UNICEF e inviandosi centinaia di migliaia di messaggi positivi l’un l’altro online.
Nelle ultime settimane, oltre 16.000 giovani di 17 paesi hanno condiviso 11.000 domande sul tema del bullismo online. Tra queste, l’UNICEF ne ha selezionate dieci principali. L’UNICEF risponderà insieme ai rappresentanti dell’industria tecnologica e ad altri esperti, e le renderà disponibili sul sito web. Anche i giovani e gli influencer saranno incoraggiati a partecipare alla discussione online.
In Italia –L’UNICEF Italia fa parte dell’Advisory Board del Progetto Safer Internet e, attraverso le sue attività di promozione dei diritti dei bambini e dei ragazzi rivolte al mondo della scuola, è impegnato nella promozione dell’uso sicuro della rete.
In tema di prevenzione,nell’ambito del Programma Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi, l’UNICEF Italiaha dedicato una particolare attenzione al tema del bullismo e del cyberbullismo elaborando uno specifico kit didattico per le scuole dal titolo ‘Non perdiamoci di vista’. Attraverso questa proposta, l’UNICEF Italia vuole accrescere la consapevolezza dei rischi legati a bullismo e al cyberbullismo con la realizzazione di percorsi educativi che consentano ai ragazzi di sviluppare empatia e solidarietà attraverso una riflessione sul modo in cui costruiscono e vivono le loro relazioni. La proposta comprende sezioni dedicate ad insegnanti, ragazzi e famiglie, schede formative, attività laboratoriali suddivise per fasce di età, filmografia sul tema. È accessibile gratuitamente online su www.unicef.it/scuola nella sezione “La nostra proposta educativa”.
L’UNICEF Italia insieme all’Associazione CamMiNo,ha avviato il progetto “Legalità”, nelle scuole secondarie di secondo grado di 7 città italiane, con un focus sul cyberbullismo e la sicurezza in rete. Il progetto prevede lezioni interattive con i ragazzi e le ragazze, per approfondire gli aspetti giuridici, psicologici, pedagogici e tecnico-informatici del cyberbullismo e della sicurezza in rete.
1 Comments
giovanni
Questa è la conseguenza del fatto che i genitori, per farli stare zitti, per non farli sentire inferiori a 10,11 anni gli regalano uno smartphone con tanto di accesso ad internet e magari li iscrivono a social che di sociale hanno ben poco.
Genitori che non hanno mai sentito parlare di nefandezze su maggiorenni originate su internet figuriamoci su ragazzini che ancora non conoscono regole di comportamento per evitare cyberbullismo.
Fare dei corsi specifici ai ragazzini delle elementari potrebbe limitare ma non annullare i rischi del maneggiare uno strumento pericoloso.