Si riaccende la protesta dei residenti dello stabile di via Frangipane, contro la costruzione a pochi metri di distanza della sagoma S3 in via Papa Giulio II. Dopo la notizia divulgata ieri dai vertici dell’Ater, secondo i quali sarebbe stato raggiunto un accordo con i residenti, molti degli inquilini del primo e del secondo piano smentiscono la notizia ed alcuni affermano di non essere stati nemmeno contattati.
I residenti, inoltre, avanzano dubbi sulla legittimità di un eventuale accordo per la chiusura dei balconi e per il cambio di alloggio per alcune famiglie, spiegando che questo non cancella il problema, né il presunto abuso dal quale sarebbe stato prodotto. Il signor Ivano Caponero, residente del secondo piano, ha affermato di “non essere stato convocato dall’Ater” e che “non è vero che è stato raggiunto alcun accordo e in tal senso ci dovrebbero anche spiegare se trattative come quelle che intenderebbe portare avanti l’Ater siano contemplate dalle normative vigenti”. Stesse valutazioni anche da parte delle signore Giuseppina Matta e Cecilia Caruso, entrambe residenti al secondo piano di via Frangipane, le quali hanno lamentato l’assoluta mancanza di luce che si registra nelle loro abitazioni da quando è in corso di realizzazione la sagoma S3, mentre anche la signora Caruso ha affermato di non essere stata contattata dall’Ater.
Quanto al merito della questione la signora Fidalma Pica, residente del primo piano, ha sottolineato che “a nostro avviso il fatto che i vertici dell’Ater intendano andare alle trattative con i residenti rappresenta un’implicita ammissione che hanno messo in atto un progetto sbagliato e sul quale ci sono molti aspetti poco chiari. Secondo noi ? ha aggiunto ? lo stanno facendo perché alcuni personaggi, come l’ingegner Mauro Nunzi, stanno cercando di salvarsi la faccia”. Il signor Caponero ha poi messo in evidenza un aspetto estremamente significativo. “Se anche alcune famiglie decidessero di accettare il cambio di alloggio ? ha detto ? ci saranno altre famiglie alle quali verranno assegnati questi appartamenti. Non si risolverà niente, ma ci saranno altre persone che vivranno i problemi che abbiamo noi adesso. E questo non lo vogliamo. Soprattutto non vogliamo lasciare le nostre case. Vogliamo solamente rispetto, sicurezza e legalità”.