Un budello, una strettoia pericolosa, un ostacolo che si presenta all’improvviso per chi viene dall’Uliveto, una curva a gomito difficile nel tratto che va verso san Gordiano. Se lo scopo dei lavori su viale Lazio con la costruzione dello spartitraffico era quello di creare serie difficoltà alla già critica situazione della viabilità cittadina, questo scopo è stato raggiunto alla grande.
Basti immaginare cosa succederà nelle ore di punta, che poi sono tante, e quando transiterà un camion o l’autobus di linea per rendersi conto della discutibilità della scelta. D’altra parte sembra una pia illusione che lungo la strettoia, che permetterà il transito di un solo veicolo, non vi sia qualche automobilista che lasci in sosta la propria auto per un salto nei tanti negozi che ci sono nella parte destra di viale Lazio, percorrendola verso San Gordiano. Si dirà che lo stradone che collega Campo dell’Oro a San Gordiano è pericoloso, che spesso le auto viaggiano a velocità sostenuta e che era necessario un intervento.
Lo spartitraffico, che è in fase di ultimazione, sicuramente costringerà le auto a marciare a passo d’uomo, ma contribuirà in modo decisivo a congestionare il traffico. E’ lecito pensare che si poteva intervenire con maggiore flessibilità, magari con alcuni dossi artificiali, certo meno pericolosi dei cordoli dello spartitraffico che, specie nelle ore notturne, potrebbero costituire un improvviso ostacolo. Sono queste considerazioni e ragionamenti che poi fanno gli abitanti di Campo dell’Oro, i negozianti, la gente comune. Il problema centrale rimane l’assenza di un piano organico per il traffico.
E’ una questione vitale, mai affrontata seriamente che ha come conseguenza i tanti interventi settoriali, comunque discutibili: dalla gimkana a cui è stata ridotta via Cencelle, alle strettoie create ad arte sull’Aurelia all’ingresso sud, al semaforo lungo la nuova mediana, poi cancellato, fino a questo restringimento di viale Lazio che, sulla carta e nelle logica, dovrebbe essere una via di scorrimento, e non lo sarà più.