“Dopo anni passati ad accusare i sindaci del territorio di connivenza con Enel, l’amministrazione comunale a Cinque Stelle di Civitavecchia in un solo anno di monitoraggio della qualità dell’aria ha fatto scomparire l’inquinamento della centrale a carbone”. L’accusa, durissima, nei confronti di Palazzo del Pincio arriva dai primi cittadini di Santa Marinella, Tarquinia, Tolfa, Allumiere e Monte Romano, che prendono a spunto di dati pubblicati nell’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria pubblicato dal Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale.
Nel rapporto, che conferma il persistere dei rischi per la salute dovuti alle polveri fini ed all’ozono, emerge una clamorosa diminuzione, nell’ordine del 90%, del biossido di zolfo, ovvero dell’agente inquinante che dovrebbe invece essere più presente, considerato che rappresenta il simbolo della combustione del carbone, oltre che il combustibile utilizzato per alimentare le navi presenti in porto. Per i sindaci del comprensorio ci troveremmo quindi di fronte ad un dato nascosto alla popolazione con l’abolizione di qualsiasi forma di informazione e mascherato con l’adozione di iniziative fuorvianti. Mazzola, Bacheca, Landi, Camilletti e Testa chiedono che fine hanno fatto i tabelloni luminosi che informavano sulla qualità dell’aria, i rapporti annuali ed i convegni che ogni anno il locale Osservatorio organizzava sul tema dell’inquinamento atmosferico. Chiedono anche che obiettivo hanno le campagne sulla desolforazione dei carburanti delle navi, periodicamente annunciate alla stampa dal pentastellato Menditto, se il biossido di zolfo che da essi deriva è sparito. Per i sindaci del comprensorio si tratta di fFumo negli occhi, come quello di delegare la diffusione dell’informazione all’Osservatorio Regionale, un organo che esiste solo sulla carta e da oltre tre anni non si riunisce. Per i primi cittadini di Santa Marinella, Tarquinia, Tolfa, Allumiere e Monte Romano ci si trova di fronte ad uno schema preciso, nel quale il Comune di Civitavecchia gestisce la rete ma non sa leggere i dati, l’Osservatorio Regionale gestisce l’informazione ma non si riunisce e l’Enel comunica alle autorità che la centrale non contribuisce più all’inquinamento, visto che il suo inquinante caratteristico è ora praticamente assente dal territorio. I cinque sindaci chiedono quindi di sapere che fine ha fatto il milione di euro versato ogni anno da Enel per il monitoraggio dell’inquinamento dovuto alla centrale a carbone. “È troppo – aggiungono – sapere come è stato speso, se la manutenzione della rete negli anni precedenti costava solo trecentomila euro? È irragionevole chiedersi se la cancellazione dell’inquinamento della centrale ha qualche collegamento con il generoso versamento da parte di Enel di oltre dieci milioni di euro nelle casse del Comune di Civitavecchia, salvato dal fallimento?”. I cinque sindaci del comprensorio annunciano quindi che chiederanno alla Regione Lazio, al Ministero dell’Ambiente ed a tutte le autorità competenti se ritengano che nel 2016 la prescrizione del decreto VIA sia stata rispettata dall’Enel. Ciò, considerando che, a loro giudizio, i risultati del monitoraggio non sono validi poiché la rete, essendo stata in funzione per soli nove mesi, non ha rispettato la copertura temporale prevista dalla legge, le stazioni di monitoraggio di Tarquinia e Santa Marinella sono state spente e i dati pubblicati da Arpa Lazio sul proprio sito sono così carenti da far supporre che non siano stati
validati.