E’ allarme rosso nei porti italiani dove l’automotive rappresenta un segmento importante dei traffici commerciali. E’ il caso anche e soprattutto di Civitavecchia, dove la movimentazione di autovetture nuove rappresenta una delle poche isole felici nel comparto che non comprende crociere e passeggeri. Ebbene, attraverso un decreto emanato a dicembre, sono entrate in vigore alcune modifiche alla normativa riguardante le targhe prova.
Molte autorizzazioni delle targhe prova sono in scadenza proprio in questi giorni e al momento del rinnovo non varrà più la vecchia regola, cioè una targa prova per ogni dipendente occupato nel servizio di movimentazione delle auto, ma quella appena approvata, che consente una targa ogni cinque lavoratori. La drastica diminuzione delle autorizzazioni alla circolazione provvisoria determinerebbe un inevitabile rallentamento delle operazioni, con conseguenze facilmente immaginabili sotto il profilo occupazionale e complessivamente dei traffici. E la questione sta creando grandissima preoccupazione a livello locale. Per Enrico Luciani, presidente della Cilp, l’impresa maggiormente impegnata nel settore, con il provvedimento si mette in crisi tutto il lavoro dell’automotive nei porti. “A Civitavecchia – spiega – significa di fatto arrivare a bloccare le operazioni, perché per una società come la nostra avere una sola targa prova ogni cinque operai significherebbe che su 83 dipendenti avremmo diritto a sole 16 targhe prova quando adesso ne abbiamo 50. Ciò andrebbe a creare situazioni di intasamento e congestionamento nel porto, con procedure lentissime per il trasferimento delle auto nuove dalle banchine ai piazzali e, al contrario, dai piazzali all’export”. Secondo il presidente della Cilp, considerando che nel 2023 il traffico a Civitavecchia è stato di 200.000 autovetture è facile immaginare che si andrebbe a un crollo vertiginoso. Luciani auspica che si trovi una soluzione per consentire alle imprese del settore di poter lavorare come è stato finora. “Credo – aggiunge – che sarebbe opportuno che i ministeri competenti, anziché varare provvedimenti che ostacolano lo svolgimento delle attività lavorative, adottino iniziative che snelliscano e migliorino i percorsi”. In ultimo, il presidente della Cilp avanza una proposta per uscire dalla paradossale situazione che si sta creando, ovvero che nel computo dei lavoratori delle imprese che si occupano dell’automotive, si aggiungano anche quelli non alle dirette dipendenze, ma che vengono comunque utilizzati a chiamata per svolgere il servizio. A Civitavecchia, ad esempio, c’è la Compagnia Portuale. “Ecco – conclude Luciani – se si vuole mantenere questo incomprensibile rapporto di una targa prova ogni cinque dipendenti, allora nel novero degli addetti vengano aggiunti quanti complessivamente sono utilizzati”.
2 Comments
giovanni
i disagi aumenteranno dopo l’insediamento del nuovo sindaco di SN.
Questo è solo l’inizio!!!
manu
Daje che con Marchetto ed Enzino a picco ci si andrà meglio.