Si torna a parlare di idrogeno in funzione di un nuovo utilizzo delle aree che da oltre tre lustri stanno ospitando la centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord. Un interesse al riguardo sarebbe infatti stato manifestato dalla Maire Tecnimont, un gruppo italiano fortemente attivo nel settore tecnologico ed energetico che negli ultimi anni sta lavorando nello sviluppo di tecnologie per la transizione energetica.
L’interesse di Maire Tecnimont, che sarebbe stato già manifestato sia a livello politico che agli stessi vertici della spa energetica, prenderebbe spunto dai ritardi che stanno caratterizzando la realizzazione di una Hydrogen Valley nella capitale. Il progetto di Maire Tecnimont su Roma prevede la produzione di 1.500 tonnellate annue di idrogeno, che a regime dovrebbe arrivare a 20.000 tonnellate, e di 55.000 tonnellate, sempre all’anno, di etanolo che andrebbe a ridursi in rapporto alla contemporanea crescita dell’idrogeno. La materia prima utilizzata per la produzione di idrogeno sarebbe rappresentata dalle biomasse. A quanto pare, l’area individuata nella capitale, in zona Magliana, necessita di tempi lunghissimi per chiudere tutto l’iter riguardante le autorizzazioni. Di qui l’interesse di Maire Tecnimont verso l’area di Torre Valdaliga Nord. Le prossime settimane ci diranno se il discorso potrà o meno concretizzarsi. Che in qualche modo il futuro dell’area di Torre Valdaliga Nord potesse parlare anche la lingua dell’idrogeno era emerso poco più di un anno fa, quando il nuovo management Enel aveva annunciato che la startup americana Power to Hydrogen era entrata nel suo programma che offre alle aziende specializzate nell’idrogeno la possibilità di accedere a un percorso veloce per validare la propria tecnologia siglando una partnership di lungo termine. Si era ipotizzato che Civitavecchia avrebbe potuto essere una delle aree dove si sarebbe sviluppata la partership con la società statunitense, ma di concreto non c’era stato nulla. Adesso arriva l’ipotesi Maire Tecnimont. Anche questa, comunque, tutta da verificare e, soprattutto, da quantificare in rapporto alle ricadute occupazionali.
2 Comments
Rufus TerraNera
Una settimana fa “Il mega-progetto che non ti aspetti”, adesso questo.
Io ricordo ancora il polo Idrogeno degli anni 90 alla biglietteria tirrenia, ok quello riguardava la “ricerca” qui si parla di installazioni industriali, ma è tutto da verificare.
Forse dovremmo piantarla con i mega progetti calati dall’alto che in un colpo solo cancelleranno la disoccupazione e il declino economico di questa cittadina, perchè finora così non è stato, e cominciare ad attuare una politica che favorisca nascita e prosperità a piccole e medie imprese magari investendo e curando una grande area industriale che già c’è ma viene costantemente ignorata da tutte le amministrazioni cittadine di destra e di sinistra che preferiscono apparire sulla stampa con roboanti annunci che, alla fine, si rivelano per quello che sono: fuffa. Con la complicità dei civitavecchiesi che presto, troppo presto dimenticano.
giovanni
Rufus se questo progetto andrà avanti addio all’eolico off shore perchè non ci saranno aree di TVN disponibili in brevi tempi e quasi aggratis.
Ma c’è un piccolissimo problema “La materia prima utilizzata per la produzione di idrogeno sarebbe rappresentata dalle biomasse.” che è già stata contrastata da pseudo ambientalisti.
Quindi nascerebbe una guerra sanguinosa per noi tra due grossi litiganti.