Dopo le dimissioni di Veltroni, l'implosione del PD e il fallimento del suo progetto politico, la presunzione di un partito moderato che da solo potesse raccogliere e rappresentare tutte le culture politiche s'è rivelato una presunzione, il Pd è scoppiato per le contraddizioni che si porta dentro tra la crisi d'identità logorato dal "manchissismo" veltroniano, che dire dell'opposizione morbida e comprensiva in grado di cooperare con la maggioranza in vista degli interessi collettivi.
Tutte idee nobili, ma di fatto impraticabili quando dall'altra parte c'è, come in questo caso, il più grande concentramento di potere politico e mediatico della storia repubblicana, disposto anche a forzare le regole e i valori, costituzionali e non, pur di attuare il proprio progetto controriformistico. L'altra faccia del tracollo democratico è quella del suo segretario e di una linea politica illusoria e fallimentare coltivata fin dall'inizio della sua esperienza ai vertici del Pd: il progetto di mettere insieme socialismo e capitalismo senza cercare di ridurre quest'ultimo ad una dimensione realmente democratica, di fondere passato e futuro, laicità e clericalismo, il Pd è un partito incapace di rinnovare la classe dirigente del partito, cosa che poteva rappresentare indubbiamente un fattore di positiva innovazione, è sostanzialmente fallito. Capi e capetti, notabilati e correnti del passato sono ancora lì, e anche i nuovi che sono riusciti ad arrivare alla ribalta sono, il più delle volte, espressione di vecchie logiche e di cooptazioni, colpisce la regressione morale le nuove forme di malcostume e immoralità politica. Ma il fallimento mi permetto di dire non riguarda solo il Pd, ma riguarda tutti noi, deve essere da esempio per noi della costituente della Sinistra, perché non si può tenere tutto e tutti insieme, perché nel passato non siamo stati credibili, costretti in asserzioni, certezze, linguaggi vetusti, che erano abissalmente distanti dal paese reale. Mentre il paese scivola lungo la china alimentata dalla destra xenofoba e autoritaria delle nuove paure e dei nemici, dobbiamo interpretare il disagio sociale, il malessere cosi diffuso che c'è,quella insicurezza sociale la precarietà esistenziale che affligge in maniera trasversale ceti medi, operai, salariati, ha modificato profondamente il senso comune del paese. Dobbiamo proporre una nuova Sinistra popolare che faccia i conti con il mondo che cambia, fuori c'è un altro paese, un'altra dinamica di conflitti sociali ed economici. Un'idea di sinistra che esca dalle declinazioni di Sinistra che sia soprattutto "sostantivo" e non più una lunga filiera di aggettivi: riformista, ambientalista, comunista, che sia la casa di chi crede nella proposta di una nuova fare politica, di chi crede in una visione di società alternativa a quella proposta dalla destra, perché cari miei aldilà di che enunciava finita la dicotomia sinistra-destra le differenze, i valori, tra destra e sinistra ci sono, eccome. La Sinistra vuol dire solidarietà, primato della politica sull'economia, fedeltà alla Costituzione, e lasciatemelo dire, chiarezza, trasparenza, nelle scelte e nei percorsi decisionali, non serve cambiare le facce se non sono supportate dalle idee, dalle proposte di cambiamento, dalle scelte radicali, tra un paese laico e confessionale, sul tipo di welfare, sul lavoro, sul precariato e sulla precarietà che sta attanagliando i giovani senza futuro, e i nuovi poveri del nostro paese. Gli elettori, il popolo della sinistra non ci chiedono solo unità di facciata, ma ci chiedono chiarezza di obbiettivi, di messaggi, di prospettive, e allora si ricomincia da una Sinistra nuova, popolare, e lo si fa con chi ci sta. Non con tutti, si riparte con chi ripensa concretamente ad una nuova identità della sinistra, alla sua capacità di porsi come rappresentante di un paese non virtuale, dal mondo del lavoro sotto assedio, dalla difesa della Costituzione, dalla difesa delle classi sociali più deboli e delle famiglie colpite dalla crisi economica, dalla laicità componente irrinunciabile per un paese democratico, dalla questione morale e della legalità, dalla scuola pubblica che è elemento centrale per la crescita di un paese.
Edmondo Cosentino
Coord. Sinistra Democratica Civitavecchia