Tempo pieno o tempo ridotto? Questo è il problema. Hanno tempo fino al 20 settembre i genitori degli alunni delle scuole dell’infanzia e primarie cittadine per sciogliere la riserva e conseguentemente accettare, o meno, gli aumenti che si prospettano per il prossimo anno scolastico sul costo dei pasti delle mense.
In particolare, il capitolato d’appalto approvato dalla precedente giunta comunale per il bando poi vinto dalla società Vivenda, ha previsto la riduzione del numero delle fasce ISEE, passate da otto a cinque, e il taglio sugli sconti sui secondi e terzi figli. Fattori che incidono, non poco, soprattutto sulle fasce comprese tra i 20.000 ed i 40.000 euro di ISEE ed anche sulle famiglie più numerose. In alcuni casi, gli aumenti sono stati anche del 300% rispetto agli anni passati, con cifre che possono arrivare anche ai 400 euro mensili. Decisamente troppo per una famiglia media cittadina, che di solito deve fare i conti anche con mutuo e spese varie. Proprio per questo, stante la situazione attuale, c’è chi sta pensando di virare sul “tempo ridotto”, evitando così l’esborso ma assumendosi di conseguenza le difficoltà di dover riorganizzare la vita in famiglia. I problemi principali sono soprattutto per le coppie composte da genitori che lavorano, costretti a trovare soluzioni alternative, come baby sitter, che ovviamente vanno pagate, o trasferimenti rocamboleschi dai nonni nelle pause di lavoro.
In questi dieci giorni che mancano alla scadenza per le iscrizioni, l’orecchio dei genitori è rivolto a Palazzo del Pincio. L’amministrazione comunale sta proseguendo le interlocuzioni con la società Vivenda, che come detto si è aggiudicata il bando da 4,8 milioni di euro per i prossimi quattro anni, per cercare di risolvere una situazione ereditata, che resta decisamente spinoso. Proprio la rimodulazione delle fasce e il reinserimento degli sconti sugli altri figli sono le richieste avanzate a Vivenda dall’assessore alla Pubblica Istruzione Stefania Tinti. Della vicenda si sta occupando anche la consigliera di Alleanza Versi Sinistra-Demos, Valentina Di Gennaro, che ad inizio agosto aveva raccolto, e continua a raccogliere, le proteste di tanti genitori.
1 Comments
giovanni
Qualcuno controlla cosa e come fanno queste società e i menù giornalieri??????????
Io sono sicuro che nessuno a parte uno dei primi giorni controlla i menù e la qualità dei piatti che danno ai ragazzini.
Il problema dei nonni è che all’ora di pranzo devono andare a recuperare il o i pargoli e poi riportarli a scuola dopo aver pranzato.