Tagliare sì, ma come? Il neo segretario generale, Paolo Risso, trascorre le giornate guardando il cielo nell’attesa dell’ispirazione. E’ la strada necessaria per cercare di avere lumi riguardo la soluzione del problema dei problemi di Molo Vespucci, ovvero la diminuzione dei costi del personale, peraltro già annunciata dal Presidente Musolino nelle ore successive al suo insediamento. Si tratta d’altra parte di intervenire in una giungla nella quale si erano addentrati, con dovizia di argomentazioni e richieste di intervento urgente, prima gli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze, quelli dello stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quelli della Corte dei Conti.
Tre distinti controlli, effettuati nell’arco di un quinquennio, dal 2014 al 2019, che si erano tutti conclusi allo stesso modo: i dipendenti dell’ente sono troppi, dirigenti e funzionari risultano sproporzionati in percentuale rispetto al totale dei dipendenti e si percepiscono stipendi eccessivamente alti, soprattutto se rapportati a quelli dei colleghi del resto d’Italia. Usciti dalla giungla, i funzionari dei ministeri e della Corte avevano consigliato caldamente (ma inutilmente) ai massimi dirigenti di Molo Vespucci di imbracciare le armi. Ma mentre prima nelle dorate stanze di Molo Vespucci si poteva traccheggiare, alla luce di un saldo comunque positivo tra entrate e uscite, adesso mettere mano a quello che rappresenta il maggior costo dell’ente diventa una necessità. Il problema è, però, come intervenire. Due le strade percorribili. La prima è quella del taglio verticale, ovvero di una diminuzione dello stipendio a tutti, sia a chi percepisce le paghe più basse, comunque mai inferiori ai 2mila euro mensili, sia ai manager la cui retribuzione in qualche caso risulta addirittura superiore a quella del Premier Mario Draghi, pur avendo un milionesimo di responsabilità in meno. Megastipendi frutto dell’aggiunta, alla normale retribuzione prevista dal contratto di lavoro, di superminimi, assegni ad personam, incentivi, indennità e quant’altro, a volte cumulato assieme. Senza contare il famoso premio di produzione, di importo variabile tra poche migliaia a tante migliaia di euro (nel caso dei vertici) che lo scorso anno, erogato in piena pandemia e col resto dei lavoratori del comparto in cassa integrazione, fece discutere e non poco e che solitamente viene corrisposto nel primo quadrimestre. In tal senso risulterà decisivo il ruolo dei sindacati, che nel 2019 avevano iniziato ad agitarsi ferocemente non appena l’allora vertice di Molo Vespucci aveva provato ad affrontare il problema dell’eccessivo costo del personale. Cosa faranno adesso i rappresentanti dei lavoratori? Si agiteranno di nuovo, con qualcuno che sarà colpito da convulsioni, o comprenderanno che per il bene dell’ente è necessario ridurre il costo del personale? E qualora lo spirito di comprensione questa volta, a differenza del passato, avesse la meglio, si schiereranno per il taglio a tutti, a prescindere dallo stipendio percepito, o sceglieranno la strada della riduzione e del contenimento di superminimi e quant’altro fa lievitare gli stipendi di alcuni? I prossimi giorni ci daranno una risposta. Peraltro, il tutto avviene in un clima quanto mai teso. Da giorni, infatti, circola insistente la voce di una presunta indagine in corso. Guarda caso proprio sugli stipendi percepiti a Molo Vespucci.
6 Comments
giovanni
La cosa, in un paese civile, dovrebbe essere abbastanza semplice: si va a guardare quanto prendono a parità di responsabilità e grado in porti italiani di simile dimensione e giro d’affari e quindi si revisionano gli stipendi.
Ma sappiamo tutti che da noi e per i sindacati le cose semplici non esistono per cui saranno tolti un centinaio di euro e ridati sottobanco con una nuova motivazione.
Gepy
l’autorità portuale è senza vergogna, è giunto il momento che le persone vengano retribuite per quello che realmente valgono, in base a efficienza e produttività, non per qualche privilegio divino. Con i soldi risparmiati si potrebero aiutare centinaia di famiglie povere, che a Civitavecchia sono purtroppo in aumento.
dubbioso
posti d’oro!!!!!!!
sarebbe interessante conoscere i cognomi di chi ci lavora.
per pura curiosità,senza polemiche.
Rufus TerraNera
Per esempio Massimiliano Grasso, ex vicesindaco.
ottavio
mi pare anche qualcuno della lega…
giovanni
I discorsi fatti su “blog” andrebbero benissimo anche per CSP non vi pare??