Che settimana ragazzi, roba da leccarsi i baffi. Giornalisticamente parlando, si intende. Avremmo tante di quelle cose di cui parlare che facciamo davvero fatica a scegliere. Potremmo ad esempio occuparci della vicenda relativa alla sentenza con cui il Giudice del Lavoro ha bocciato il licenziamento di un dirigente dell’Autorità Portuale. Una vicenda che col passare delle ore ha assunto connotati degni di un film di Totò e Peppino degli anni ‘50, piena di esilaranti colpi di scena al contrario e comprese scritture da far invidia alla famosa lettera scritta dai fratelli CaponI alla ballerina del night club.
Ma è necessario e opportuno occuparsi delle cose serie. E purtroppo nulla è più serio in questo momento storico rispetto al post carbone. Magari i più giovani, che non hanno avuto modo di associare la loro vita alla presenza delle centrali termoelettriche (ben tre funzionanti contemporaneamente negli anni ’80), non attribuiscono particolare importanza alla questione, non riuscendo a comprendere che anche il loro futuro, come quello delle generazioni immediatamente precedenti, è legato in qualche modo a quello di quella vasta area che si trova a nord della città. Ma tutto il resto dei civitavecchiesi, no e dunque non si può trascurare e mettere in secondo piano quanto sta succedendo. Non si può non reagire rispetto allo “scippo” di cui si è parlato per l’intera settimana, ovvero al fatto che il Governo, che prima aveva legiferato in funzione di svolgere, anche economicamente, un ruolo da protagonista nel post carbone di Civitavecchia, si sia completamente defilato. Sinceramente ci saremmo aspettati una reazione forte della città e, soprattutto, delle sue componenti politiche e sociali. Invece, niente. Silenzio su tutta la linea. Viene davvero da chiedersi se esista più la civitavecchiesità, quella verace, a volte magari eccessivamente polemica e fumantina, ma che riusciva a mettere in riga chi marciava nella direzione opposta agli interessi della città. Il timore è che sia stata sgonfiata da anni di appecoronamenti e successivo accattonaggio delle briciole sparse qua e là. E c’è un solo modo per smentire questi cattivi pensieri: reagire. Reagire, partendo dalle istituzioni e da tutti i soggetti interessati, forze politiche per prime. Qualche anno fa, in un altro momento storico riguardante la questione energetica, un sindaco minacciò di “incatenarsi alla centrale”. Non lo fece. Ecco, sarebbe buona cosa se adesso, senza minacciarlo, i politici di tutti gli schieramenti, accompagnati dal cuore della città, dai sindacati, dai rappresentanti delle imprese e dagli studenti, andassero davvero a incatenarsi alla centrale. Sarebbe buona cosa se Civitavecchia diventasse un caso nazionale. D’altronde, in questo particolare periodo storico, solo in questo modo si può pensare di risolvere problemi straordinariamente importanti come quello del futuro di una comunità. Forza, datevi da fare. Non lasciate le catene solo ai penitenti della Processione del Cristo Morto.
3 Comments
giovanni
Cara redazione di TRC quando anni fa un sindaco minacciò di incatenarsi alla centrale questa era in funzione a pieno carico e quella mossa avrebbe potuto farla fermare per qualche giorno, i sindacati sono nulli perchè se si dovesse scioperare TVN ci guadagnerà ma se oggi tutti i politici della nostra città ripetessero la minaccia non ne uscirebbe fuori nulla perchè TVN sta ferma e tale resterà fino alla chiusura ufficiale.
Ma c’è un’altra centrale ossia TVS che normalmente sembra ferma perchè non si vedono mai le uscite del vapore di spurgo (un pennacchietto bianco di vapore)che normalmente ci dovrebbero essere.
Quindi oggi oltre al sindaco e qualche altro seguace non si incatenano perchè già stiamo male ma se si attacca forte il governo ci fanno a pezzi aiutati dai destrorzi locali.
Oggi forse l’unica cosa da fare (per chi ci crede) è organizzare un treno lunghissimo per Lourdes pregando la Madonna di avere di che sopravvivere.
Scusatemi ma per ora non vedo alternative valide.
Rufus TerraNera
“Qualche anno fa, in un altro momento storico riguardante la questione energetica, un sindaco minacciò di “incatenarsi alla centrale”
per i + giovani e per chi non ricorda o non vuole ricordare o non vuole che si ricordi si parla dell’ex giovane sindaco Alessio De Sio
ciccio formaggio
come già detto in un altro commento, se questi pseudopoliticanti che ci governano da tempo immemore (uno su tutti, il sindaco piendibene è in co soglio comunale da trent’anni….) avessero un minimo di amor proprio e di interesse per la città diverso dallo spartirsi gli appalti, avrebbero dovuto cominciare da tempo ad alzare la voce ed a sbattere i pugni sul tavolo! altrimenti rimettessero il mandato e lasciassero spazio ad un commissario prefettizio svincolato dagli interessi locali che magari otterrebbe qualcosa di più. per non parlare dell’opposizione che in stile civitavecchiese ha scelto l’opzione Charlie brown ma alla rovescia: mi si nota di meno se vado in consiglio e parlo oppure se mi nascondo sotto i banchi?