In merito alla lettera del sindacalista Diego Nunzi volevo precisare alcune questioni. Sono sorpreso della lunga lettera per un semplice consigliere di circoscrizione, ex simpatizzante del partito Popolare, e di don Luigi Sturzo che passa al PDL, non avendo nessuna tessera.
Chi parla di moralità mi fa venire l’orticaria. Siamo tutti bravi con le parole. Caro Nunzi invece di scrivere lettere su delle cavolate, scriva in quanto sindacalista sulla situazione dei disoccupati di Civitavecchia, sulla flessibilità diventata precarietà a tempo indeterminato per i giovani. Mi rendo conto sia piu’ facile scrivere lettere su un innocuo consigliere di circoscrizione, che sull’“opposizione” in consiglio comunale. Purtroppo i sindacati non sono più quelli di una volta, come dice nel libro L’altra Casta Stefano Livadiotti, giornalista de L’Espresso, a cominciare: “dal loro sterminato e parzialmente detassato patrimonio immobiliare, facendo gli interessi dei suoi soli iscritti, ai quali sacrifica il bene collettivo, mettendosi ostinatamente di traverso a qualunque riforma rischi di intaccarne uno status quo fatto di privilegi. Ancora dice: “L’immagine del sindacato come di un soggetto responsabile, capace di farsi carico degli interessi generali del Paese, agli occhi degli italiani si è dissolta ormai da tempo”. Ancora, caro Nunzi: “la sola Cgil ha un giro d’affari valutato in un miliardo di euro. I delegati delle tre centrali sindacali sono 700 mila, sei volte più dei carabinieri. I loro permessi equivalgono a un milione di giornate lavorative al mese. E costano al sistema-paese un miliardo e 854 milioni di euro l’anno”. Vogliamo parlare dell’articolo apparso sul Giornale il 26 Maggio 2010 dal titolo: “Ultimo scandalo della Cgil: Ecco le trattenute truffa ai danni dei pensionati”. Concludendo visto che con me ha fatto il moralista, tenendo ad una politica pura, invito anche a lei a dimettersi dopo aver letto il libro L’Altra Casta, o a rassegnare subito le dimissioni se già lo avesse letto, in quanto rappresentante della Cgil. Se lo farà, per spirito di solidarietà nei suoi confronti, mi dimetterò anche io, qualora non lo facesse nelle sue future lettere non usi più il termine “morale”, che non le crederà più nessuno. Con affetto.
Luca Scotto
Consigliere Prima Circoscrizione