Anche l’associazione Il Trittico interviene sul consiglio comunale di venerdì scorso, dove si è parlato del futuro ambientale per Civitavecchia, soprattutto quello legato a Tvn.
“La voglia di decidere in totale autonomia il futuro delle centrali – afferma il Trittico – congiunta all’intento di raggiungere uno sviluppo economico soddisfacente pari alle potenzialità e alle attese della città nel momento in cui si sta pianificando la transizione energetica: è stato questo il filo conduttore dei lavori del consiglio comunale aperto dell’11 giugno conclusosi con un ulteriore no al gas, assenti interlocutori importanti e ignorata del tutto la proposta di compromesso diretta a preservare il lavoro delle imprese impegnate nella manutenzione delle centrali. La massima assise – stando agli interventi – ha comunque offerto un contributo di chiarezza necessario e ha dischiuso scenari alternativi all’uso del fossile a fini energetici.
Scenari che purtroppo sono ben lungi dal prefigurare il disegno di un organico assetto economico, per cui, quando a Civitavecchia la quota di lavoro e di reddito assicurata dagli attuali impianti energetici verrà meno senza che sia rimpiazzata dalla presenza di altre attività imprenditoriali si correrà il rischio di non avere più la forza per fronteggiare le prevedibili pressioni convergenti di disoccupati, operatori economici, Enel ed amministrazione centrale.
A meno che la città non dimostri presto la capacità di farsi sentire anche in senso propositivo dotandosi di un prezioso elemento di oggettiva garanzia da usare nei prossimi incontri, magari più valido degli stessi deliberati consiliari: una programmazione economica su proiezione territoriale, impostata con criteri strategici, che definisca esattamente la fisionomia futura della città e del suo porto. E ciò richiede appunto che alla riunione del consiglio comunale segua un momento di riflessione di tutte le istituzioni e le istanze partecipative cittadine per inaugurare quella politica economica locale che ancora manca.
Che parta, com’è naturale, dall’analisi spassionata della situazione attuale, proceda al vaglio delle risorse di cui la città dispone, a cominciare dal capitale umano e dalla vocazione del luogo, all’esame delle ragioni del mancato sviluppo, delle condizioni necessarie per attrarre investimenti, del versante su cui è preferibile riversarli nella necessaria distinzione tra scelte a breve e a lungo termine, attenendosi accortamente ai principi della complementarità e della diversificazione delle attività economiche.
E quindi, se per il porto sono in arrivo gli annunciati finanziamenti destinati a migliorare le infrastrutture, in città occorrerà ottenere, per intanto e in tempi brevi, in un quadro di puntuale programmazione, l’impianto di un settore manifatturiero con affiancato l’insediamento di qualificati servizi alle imprese, l’acquisizione al comune di parte del notevole patrimonio edilizio del demanio militare per convertirlo ad utilizzi di natura socioculturale. In sostanza occorre a nostro avviso che partiti, sindacati e forze economiche e sociali provvedano a tracciare le linee di un intervento di sviluppo completo e fortemente integrato della cui elaborazione deve però farsi carico il primo cittadino”.
1 Comments
giovanni
Tra chi la carne la vuole cotta , chi la vuole cruda e chi al sangue o panata a Civitavecchia ce lo prendiamo nel didietro.
Scusatemi la crudezza ma non se ne può più ormai siamo prigionieri di comitati, associazioni, partiti, partitelli e di una amministrazione che di progettare il futuro della città proprio non ne vuol sapere sperando che da Roma avvenga il miracolo e tutti insieme sperano di avere soldi da spendere senza indicare minimamente come.
Per avere finanziamenti aggratis prima si deve spendere qualcosa per presentare un o straccio di progetto concepito per lo sviluppo della città.
Non è detto che necessariamente lo debba predisporre l’amministrazione cittadina lo possono fare anche i privati.
Ma andando avanti come ora alla fine per la disperazione saremo costretti ad accettare tutto anche se non piace.