Container e Civitavecchia, un paradosso dietro l’altro

“Nel 2022 Msc ha consolidato la sua posizione di compagnia ‘regina’ dei traffici di container via mare da e per l’Italia”. E’ quanto scritto in un articolo apparso nei giorni scorsi sul magazine di settore “Shipping Italy”, nel quale è stata presa a riferimento l’ultima indagine sul trasporto internazionale merci di Banca d’Italia.

In quella indagine sono state analizzate le quote di mercato dei vettori che gestiscono trasporti navali, sia nell’import che nell’export, in tutta la Penisola. “Il dato più importante di questa rilevazione – prosegue l’articolo di “Shipping Italy – è l’affermarsi di Msc, arrivata nel 2022 a gestire il 32,5% del totale del traffico dei container”. Adesso, magari, i meno avvezzi alle questioni attinenti ai traffici marittimi e portuali si chiederanno il perché di questo nostro riferimento ad una situazione di carattere nazionale. Purtroppo, però, la questione non è di carattere nazionale e generale, avendo una ricaduta anche e soprattutto a livello locale. Risulta infatti davvero paradossale, per non usare altri aggettivi, che il colosso del traffico container a livello italiano, arrivato a gestire il 32,5% del traffico complessivo del settore, gestisca un terminal, quello di Civitavecchia relegato agli ultimi posti della classifica nazionale. Per la movimentazione dei teu, l’attracco locale nel 2022 non è riuscito a crescere praticamente di un contenitore rispetto all’ultimo rilevamento “prepandemico” del 2019 e il dato del primo trimestre 2023 è addirittura peggiore rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno. Anche un bambino di prima elementare, ragionando mentre smanetta tra un regolo e un altro, si renderebbe conto che c‘è qualcosa che non quadra nel discorso che riguarda il traffico dei contenitori nel porto di Civitavecchia. E il bello è che non quadra dal 2006, ovvero da quando è iniziata l’avventura del terminal container. Ma pochi, pochissimi ne parlano. Chissà perché.