Il convegno organizzato dal Comune alla palazzina dell’Autorità Portuale su “sviluppo e occupazione”, solite parole che risultano sempre vuote o che volano troppo alto si è dimostrato ciò che si pensava: un fiasco che trasmette diffidenza come quando senti le parole project management o financing in bocca ai politici nostrani.
Pensi -…”Uhm… e dove sta la fregatura?” – Un malizioso potrebbe credere che come quello di Roma, anche questo convegno sia stato organizzato per dare una veste economica ed istituzionale primaria, che nella realtà non ha, alla piastra logistica cinese, con i partecipanti sempre pochi come il pubblico e figure secondarie od interessate. Si confeziona il prodotto e lo si manda agli interlocutori finanziatori, bello impacchettato con primi piani, inquadrature, interviste e furbi montaggi. Come dire – “Avete visto? C’è dibattito dal Tevere all’Arno, tutti attendono questi investimenti, cittadini ed istituzioni, mancate solo voi!” -. Vecchi trucchi. Invece c’era scarsa platea, sopratutto giornalisti che si ritrovano tutti i giorni nelle innumerevoli conferenze stampa civitavecchiesi come al mattino i pendolari sui treni, gente comandata in divisa e politici della maggioranza con consiglieri comunali e soliti aficionados, quelli con le giacchette strette scure su jeans o pantaloni strettissimi ( Cappellani sembrava un ballerino della Scala) e magari sopracciglia rifatte. Invito Moscherini a guardare sempre le scarpe dei suoi collaboratori/interlocutori diffidando di quelli con le scarpe strette a punta fine e fidandosi di quelli che calzano scarpe a pianta larga perché son ben piantati per terra. Si fidi, funziona. Moscherini è subito partito con un’equazione già risolta ( secondo lui) portando per mano il pubblico, che invece è stanco di sentire fanfaronate ( chiedo scusa) perché da lui ci si aspetta comportamenti da sindaco e non da sognatore progettista. A lui compete tenere in ordine conti e servizi, trasparenti ed efficienti affinché i progetti, quelli piccoli, medi e veri si sviluppino a valle, come fanno gli amministratori pubblici capaci. Pensate all’imprenditore che arriva qua, si sente dare dal tu da tutti, scuole, verde, stazione e viabilità da incubo, mare non praticabile, acqua non potabile, trattamento rifiuti fermo a 15 anni fa, costi amministrazione e gestione doppi con il “volemose bene” (finto) istituzionalizzato. Che fa? Il sindaco anzichè volare alto viaggi e faccia viaggiare raso terra. Campidonico, Roscioni, Pierfederici, Petito, Vinaccia, De Angelis son persone per bene. Li metta in condizione di operare bene semplificando il tutto, con riferimento alla legge, alle regole e ai diritti ( quelli veri) in cambio di impegno e sudore. Ed invece lui….via con il campo da golf a 18 buche, il Grand Hotel Marriot, le Terme di Bath, l’imperatore Traiano, Casablanca, la marina sino a Punta del Pecoraro, nautica di elité e superlusso, tanto da provocare dei “bastaaa” dai pochi presenti. Il tutto dovrebbe convivere con fumaioli, serbatoi, traffico di navi ed aerei perché quello è, secondo lui, il vero sviluppo e l’unica soluzione: la distribuzione logistica con 18.000 occupati stabili locali! Boommm!!!! O con gli occhi a mandorla? Dopo di lui si è sentito il valzer del “fare sistema” del rappresentante dell’Unione Industriali di Viterbo Delli Iaconi, i “consorzi industriali” del presidente della commissione Attività produttive Saponaro, gli “sforzi congiunti” del segretario Cgil Lazio Iannilli, una sorta di autocritica estesa alla città dal presidente della Bellettieri Serpente. Coi piedi per terra richiamando tutti alla realtà, Moscherini in primis, è stato Luciani presidente della C.P.R. che nella sostanza ha detto -“Ma che stiamo a dire e che stiamo a progettare, se c’è l’interporto ICPL praticamente vuoto con 4 ettari di capannoni, 12 ettari di piazzali e mezzo porto da completare?”- Scendete dalla carrozza e andate a piedi! A favore di Moscherini, seppur alla fine con un mezzo sorriso/ghigno di delusione, va però annotato il voler valorizzare il comprensorio Alto Lazio per fare sistema con l’hinterland su portualità e turismo e sarebbe la vera soluzione per il distacco dai legacci romani. Lui ci aggiunge la logistica e sarebbe interessante se portasse simulazioni e calcoli credibili sulle ricadute occupazionali ed economiche per i residenti. Perché non lo fa?
Antonio Manunta