Leggevo giorni fa (“Corriere della Sera” del 28 Aprile) un articolo, a firma del giornalista-scrittore Gian Antonio Stella, che dava conto del “miracolo energetico” in Val di Sabbia, in quel di Brescia, voluto e compiuto dalla lungimirante tenacia dell’attuale Sindaco Ermanno Pasini di Provaglio, che non a caso è stato ininterrottamente riconfermato in carica fin dalla sua prima elezione nel 1985, a soli 21 anni!
Ebbene, è riuscito a coalizzare in un “unicum” amministrativo, ove le ideologie partitiche non sono mai state fatte prevalere sull’interesse collettivo, tutti i 25 Comuni della locale Comunità Montana (160.000 abitanti complessivi) per un progetto di Centrale Fotovoltaica Pubblica, composta da 24.024 pannelli solari per un totale di 38.438 metriquadrati, tutti allocati in zona boschiva e seguendo la conformazione del terreno, per rispettare al massimo la veduta paesaggistica.
Oggi quella Centrale, gestita da una Società ad hoc (“Secoval”: Società per i servizi comunali a tutti i 25 Comuni iniziali, più 16 successivamente aggregatisi, produce e fornisce energia per 7,8 milioni di Kilowatt/anno, fornisce gas e servizi di rimozione dei rifiuti urbani, oltre all’illuminazione pubblica gratis per tutti, grazie ad un ricavo di circa 5 milioni di euro/anno equamente ripartiti fra le Banche a saldo dei mutui, le casse dei Comuni e spese di gestione. Anche le spese di burocrazia erariale comunitaria sono state ridotte all’osso accorpando in un’unica voce per i residenti tutti i tributi comunali ICI, Tarsu e Tia.
Volete sapere anche quanti sono i dipendenti comunali di questa “mosca bianca” che hanno contribuito al “miracolo”? : 297 per 41 Comuni: uno ogni 538 abitanti (cfr. a Civitavecchia: 1 ogni 86 – fonte Google). E volete sapere ancora come sono state sempre prese le decisioni sul “miracolo” fra i 25 Comuni della Val di Sabbia ?..Tutte e sempre all’unanimità!
Ma il “miracolo” non sta tutto qui (che già lo sarebbe di suo!), ma nel fatto che la Centrale è partita da zero nel Giugno 2010, quando mancavano solo 6 mesi alla scadenza dei finanziamenti per le energie alternative al 31 Dicembre, ed in quei soli 6 mesi la “coalizione” ha forzato tutto l’accidentato percorso realizzativo: ad iniziare dal burocratico, a seguire con la demolizione di ben tredici capannoni in rovina, smaltimento e risanamento a norma di legge di tutti i loro tetti di amianto (350 tonnellate di materiale contaminato!) e successiva costruzione dell’impianto; al costo, tutto compreso, di 23 milioni di euro! Ma non finisce qui: il sito risanato diventerà presto “Parco delle Energie Rinnovabili”, a destinazione turistica con attrezzature in tema (modelli di pale eoliche ed un mulino ad acqua, grazie ad un ruscello che vi scorre. E quant’altro del genere)!
Come non pensare a quel che si sarebbe potuto fare qui da noi, magari destinandovi i bei milioni di risarcimenti ENEL? Ma già, dimenticavo che questa è la città dei “no” a prescindere, in buona compagnia dei pari pregiudiziali “nimby” (not in my backyard – non nel mio giardino), il cui combinato prodotto scontiamo in quel tipico mantra tutto nostrano del “a C’vecchia ‘un se po’ fa” (!) , indotto da una classe politica che pare seguace di quell’altra filosofia di quel famoso marito che per far dispetto alla moglie…! Peccato che qui il “sacrificato” sia sempre il pubblico interesse!
Gennaro Goglia
dalla strada