Entra nel vivo, con lo scarico di impianti ed enormi pali sulle banchine portuali pugliesi, la realizzazione del parco eolico di Taranto, progettato dagli ingegneri Luigi e Alessandro Severini e che dovrebbe entrare in esercizio a fine 2021 o nei primi mesi del 2022. Si tratta di un investimento di circa 80 milioni di euro di fondi privati che fa capo a Renexia, con lo specchio di mare interessato che è pari a 131.000 mq, si trova a circa 2 chilometri e mezzo dalla costa, e con l’area demaniale marittima coinvolta di 455 mq.
Ma cosa c’entra con Civitavecchia? Luigi Severini è lo stesso ingegnere che ha presentato il progetto che è attualmente sul tavolo del Ministero della Transizione Ecologica e che riguarda il nostro territorio, oltre a due impianti analoghi in Sardegna ed in Sicilia, anche in questo caso sostenuti da fondi privati. Un progetto, quello di Civitavecchia, sostenuto con forza tramite una lettera di accompagnamento dal Comune e dalla Regione Lazio, che prevede la possibilità di installare, come primo step, 15 pale eoliche, per una produzione di 210 Megawatt e per un investimento totale che si aggira sui 600 milioni di euro, ma che si pone anche l’ambizioso obiettivo di creare a Civitavecchia un vero e proprio hub del Mediterraneo per l’eolico offshore, dove assemblare i componenti e organizzare le attività di progettazione e costruzione delle pale. Il tavolo di condivisione tecnica e di supporto tecnico-amministrativo organizzato dal Ministero per discutere del progetto si è già riunito la prima volta, con esito positivo, ed è stato fissato un altro incontro per settembre. Ed il fatto che si stia ultimando un progetto simile, come quello di Taranto, seppur non offshore e ridotto nelle dimensioni rispetto a quello previsto per Civitavecchia, rappresenta la possibilità concreta e tangibile che idee di questo tipo possono vedere la luce. Tornando al nostro territorio, nel frattempo Enel ha presentato al Ministero della Transizione Ecologica il progetto “dimezzato” per la trasformazione a turbogas di Torre Valdaliga Nord: quello da 800 MW e non da 1600 MW come era previsto fino al mese scorso. Ci sarà da vedere cosa succederà dopo l’approvazione del collegato alla legge Bilancio, ed in particolare dell’articolo 27 con il quale si vieta la realizzazione di nuove centrali alimentate da fonti fossili nella Regione Lazio superiori a 50 megawatt. Sarà comunque necessario che Palazzo del Pincio e la Pisana facciano comprendere le esigenze di quest’area al Governo centrale, a cui spetta l’ultima parola, spingendo per le alternative. E che l’intero territorio senta il bisogno di questo epocale cambiamento lo si evince anche dalle parole del presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino, in una recente intervista al magazine specializzato ShipMag. “Abbiamo gli spazi e la necessità di farlo – ha affermato il numero uno di Molo Vespucci – possiamo utilizzare la rivoluzione verde insieme a quella della logistica e dei trasporti del prossimo futuro come elemento di innovazione e rinnovamento per creare nuovo sviluppo e nuova occupazione nei porti italiani. È una grande sfida che ci appassiona e come porto di Civitavecchia vogliamo essere all’avanguardia nel giocare e cercare di vincere questa sfida. Una svolta green dalla quale arriveranno nuovi posti di lavoro”. Ed il progetto dell’eolico offshore e l’altro, Porto Bene Comune, vanno entrambi in questa direzione. Come detto, ora la palla passa al Governo, visto che le forze sociali, in tutte le sue forme, l’amministrazione comunale e la Regione Lazio si sono già espressi, finalmente in modo univoco, in favore della rivoluzione verde, con l’intero territorio che prova a rialzare la testa dopo essere stato letteralmente martoriato dal punto di vista ambientale.
3 Comments
Filippo
Se andiamo a leggere per chiarezza, il progetto è del 2008 e ottenuto l’OK nel 2012. Appena14 anni per veder funzionare un impianto già obsoleto con turbine da 3MW la dice lunga sulla burocrazia e capacità di innovazione. Per Civitavecchia ai posteri l’ardua sentenza.
giovanni
Ma il fatto che la zona di civitavecchia non sia nelle condizioni di vento adatte ad una produzione di energia eolica non significa nulla???
Non è che si sta speculando sul fare il progetto e poi una volta incassato ci sarà da inventarsi chi dovrà mettere i 600 milioni e poi incassare per la produzione di energia
Ale
La speranza è l’ultima a morire…