Civitavecchia può entrare a far parte del Progetto “Sentieri”, un lavoro condotto da esperti dell’Istituto Superiore di Sanità che dal 2007 verificano la mortalità in territori considerati a rischio ambientale. A sollecitare l’inserimento di Civitavecchia nel progetto è stato il dottor Giovanni Ghirga, che ha più volte contattato i massimi esponenti dell’Istituto Superiore di Sanità ricordando come nel territorio, fino al 1997 ovvero fino all’ambientalizzazione delle centrali termoelettriche e alla conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, i livelli di ossidi di zolfo e di azoto e quelli delle polveri fossero altissimi.
Ghirga, ricordando che a Civitavecchia non esistono solo le centrali ma anche un intenso traffico navale e stradale, aveva sottolineato che gli oltre 50 anni di pesante inquinamento hanno comportato un impatto sulla salute umana che non si è ancora completamente manifestato. Ha anche ricordato che nel 2010 l’Agenzia di sanità pubblica della Regione Lazio aveva messo in evidenza nel comprensorio di Civitavecchia, con periodo di riferimento 1997-2004 un aumento della mortalità per cancro al polmone, alla pleura e un aumento dei casi di asma infantile e di insufficienza renale cronica. Inoltre, aveva sottolineato che Civitavecchia, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010, presentava un quadro di mortalità per cause naturali e per tumori maligni in eccesso di circa il 10% rispetto alla popolazione residente nel Lazio. Una serie di considerazioni che, alla fine, hanno indotto l’Istituto Superiore di Sanità a prendere in considerazione di prevedere modalità di lavoro che rendano utilizzabili le procedure messe a punto da Sentieri in contesti territoriali nei quali un danno alla salute associato all’inquinamento ambientale sia ipotizzabile o addirittura accertato, come nel caso di Civitavecchia. Per il dottor Comba, dell’Istituto Superiore di Sanità, l’obiettivo può essere perseguito nella prospettiva di costruire un sistema di osservazione permanente. “Ciò – scrive rispondendo a Ghirga – richiede una stretta collaborazione fra istituzioni centrali, regionali e locali con compiti di protezione dell’ambiente e di tutela della salute, nonché sinergie con la società civile, in particolare con le amministrazioni locali, l’associazionismo e i media, nel rispetto dell’autonomia di ognuno, ma con la condivisione di un’impostazione tecnico-scientifica accreditata e di un approccio etico fondato sulle nozioni di equità e trasparenza”.
1 Comments
Pietro Rinaldi
CHI HA MINIMIZZATO, fin dai primi anni 80 gli effetti sulla salute e sull’ambiente locale(quando entrò a regime ed in funzione la mega centrale di Torre Valdaliga Nord, in presenza delle altre due centrali di Civitavecchia Fiumaretta e Torre Sud) DEVE GIUDICARSI DA SOLO e pentirsi di non avere agito (avendone la seppur minima possibilità) per salvaguardare con lungimiranza i suoi concittadini e il territorio comprensoriale.