Il dottor Giovanni Ghirga torna ad intervenire sulla questione Covid-19. In particolare il medico ci parla della revisione sistematica e metanalisi, aggiornate, sui fattori associati alla diffusione familiare del SARS-CoV-2.
“Una revisione sistematica e la meta-analisi spiega il dottor Ghirga – suggeriscono che la famiglia rimane un importante sito di trasmissione del SARS-CoV-2 e, studi recenti, hanno riportato stime di trasmissione familiare più elevate, rispetto ai primi rapporti.
Ulteriori varianti trasmissibili possono essere associate a ulteriori modifiche. Dati recenti suggeriscono che 1 dose di un vaccino COVID-19 può essere associata a riduzioni del rischio di trasmissione domestica fino al 50%, potenzialmente sostenendo la tesi della vaccinazione universale e offrendo un percorso per proteggere i contatti familiari.
La vaccinazione potrebbe non solo essere associata alla prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 tra gli individui vaccinati, ma potrebbe anche essere associata alla riduzione della trasmissione a contatti familiari non vaccinati. Un recente studio (pubblicato come preprint) su oltre 1 milione di contatti familiari in Inghilterra, ha rilevato che, rispetto alle famiglie in cui nessun individuo ha ricevuto vaccini COVID-19, le diffusioni delle infezioni familiari erano dal 40% al 50% inferiori tra famiglie nelle quali i casi indice avevano ricevuto i vaccini BNT162b2 (Pfizer–BioNTech) o ChAdOx1 nCoV-19 (Oxford-AstraZeneca) 21 giorni o più, prima di ricevere un risultato del test positivo per il SARS-CoV-2.
Un altro studio (pubblicato come preprint) di quasi 200.000 membri familiari in Scozia, ha riportato una riduzione del 30% dei casi di COVID-19 tra i contatti familiari di operatori sanitari che avevano ricevuto vaccini BNT162b2 o ChAdOx1 nCoV-19 a 14 giorni o più dopo la seconda dose, rispetto ai contatti familiari degli operatori sanitari che non avevano ricevuto questi vaccini.
Questi risultati sono coerenti con quelli di uno studio condotto in Finlandia che suggeriva un beneficio indiretto dell’8,7% (95% CI, da -28,9% a 35,4%) a 2 settimane e del 42,9% (95% CI, 22,3%-58,1%) a 10 settimane dopo la prima dose di vaccini BNT162b2 o mRNA-1273. I risultati che suggeriscono una possibile associazione tra vaccinazione e riduzione dell’infettività, includono una minore gravità della malattia, una minore durata dei sintomi e una minore carica virale”.