“Per noi non vi sono dubbi, si tratta di dismettere il polo energetico Enel da Civitavecchia allo scadere del 2034 così come stabilito dalla Via, con una precisa proposizione prescrittiva imperativa ratificata dal Ministero dell’Ambiente”. Lo sostengono i consiglieri comunali del Pd, confermata dalla stessa azienda nel 2003, quando, nel documento fondante dell’attuale centrale a carbone, viene scritto che “per quanto riguarda la fase di fine esercizio la Società dichiara che la durata della vita dell’impianto di produzione, dal punto di vista economico industriale, è prevista in 25 anni”.
“Ed essendo l’esercizio iniziato il 22 giugno 2009 – insistono i consiglieri dem – i 25 anni scadono a giugno 2034”. Peraltro, Marina De Angelis d’Ossat, Marco Di Gennaro e Marco Piendibene ricordano che nel documento è scritto fra l’altro che Enel si riserva di valutare la possibilità del proseguimento dell’attività produttiva condizionandolo ad interventi di “revamping” e di ammodernamento del macchinario, ai quali ha rinunciato presentando il 13 febbraio scorso al Ministero una procedura VIA per la costruzione di una centrale totalmente nuova a gas metano. Ipotesi che, secondo i consiglieri dem, è assolutamente impercorribile, essendo ancora legata ai combustibili fossili, dove Civitavecchia ha già dato abbondantemente, mentre sarebbero degne di attenzione, proposte alternative per altro ulteriormente incoraggiate dall’Unione Europea nel recente Recovery Fund. Chiaro il riferimento all’idrogeno. La posizione dei consiglieri comunali del Pd, si esplicita dunque i cinque punti fondamentali: la cessazione della produzione di energia al giugno 2034, l’eliminazione di tutti gli elettrodotti esistenti sul nostro comune legati alla produzione di Torre Nord, la bonifica del territorio, il mantenimento dei livelli occupazionali e il completamento di tutte le opere compensative previste nelle convenzioni succedutesi nel tempo.
4 Comments
Mario
Piateve i buffi di CSP, fatece le feste di Natale, Ferragosto, ecc, Ancora con la storia dell’idrogeno, panzana allo stato attuale. Levare gli elettrodotti che sono di proprietà Terna, ovvero stato italiano. Non c’è futuro per economia locale, lavoratori senza un passaggio intermedio al gas. Chissà perchè non chiedono la chiusura di Tirreno Power…conflitto di interesse?
Angelo
Non capisco come si possano conciliare due delle richieste fatte: Cessazione di produzione di energia e mantenimento dei livelli occupazionali.
Nicola
Gente che apre bocca a vanvera in cerca di consenso. Solito sproloquio di proposte irrealizzabili come molti personaggi politici anche di livello nazionale fanno. Intonano la solita filastrocca senza proposte attuabili e concrete ai problemi della città. Buono per dare un segnale di esistenza altrimenti che direbbe il Popolo!
Lucia
Qui c’è molta confusione. Il piano energetico nazionale prevede l’uscita dal carbone al 2025. Ci spiegassero i consiglieri del PD come si arriva al 2034. Gia al momento la quota carbone del mercato è al 3%, fonte https://www.mercatoelettrico.org/Newsletter/20200715Newsletter.pdf