Proprio vero, quando lo scontro politico si fa troppo acuto i problemi reali vengono sempre messi in secondo piano. Ormai la politica, tutta, ha toni perenni di litigiosità, parolaia.
Le imprese, e ovviamente i cittadini, avrebbero invece bisogno di un percorso di pensiero lineare, per cui un problema è semplicemente un problema, da discutere, da risolvere, eventualmente da confutare, non un arma impropria da brandire contro qualcuno.
Così è successo per i pendolari, i cui problemi al di la di eventuali responsabilità di assessorati regionali, di Trenitalia, del comune, non sono stati ancora risolti, anzi.
E così succede per la marina e per il mercato; incapacità dei dirigenti amministrativi, errori tecnici di una burocrazia incapace non preparata e scelta non attraverso il merito, scontri politici tra partiti o all’interno dei partiti, tutti pervasi dalla sindrome del beduino ed in perenne conflittualità; nel rispetto dei cittadini e di un sistema di imprese che rischiano un default completo sono necessarie però risposte chiare e certe, attribuzioni di responsabilità.
Tempi precisi, non affidarsi a talenti intellettuali abilissimi nel rovesciare frittate.
I tempi della politica non coincidono con quelli delle imprese. In un periodo di crisi delle famiglie, in un momento in cui i consumi sono sotto lo zero assoluto, dove giornalmente chiudono attività stremate da una situazione di difficoltà, non sono assolutamente concepibili ritardi dovuti a errori o beghe o a incapacità tecniche.
Di qualsiasi cosa si tratti, e sarebbe bello saperlo, non solo tra gli addetti ma per tutti, popolo e aziende.
Si deve comunque recuperare il senso della cosa pubblica, la responsabilità politica, una auctoritas che decida facendo scelte,punendo gli errori, e che garantisca obbiettivi e tempi.
Si dica la verità, non si pensi di essere la verità. E’ inconcepibile che non si siano preventivamente ipotizzati, per sistemi commerciali, quali il mercato, tempi e soluzioni.
Così come è inconcepibile che in una città, che si definisce a parole turistica, la parte più appetibile dal punto di vista del marketing e dell’arredo rimanga chiusa.
Vanno bene i grandi eventi, le sparate futuristiche, ma le imprese e i contemporanei, hanno bisogno anche della mediocrità di una buona ed ordinaria amministrazione, della malinconia di una quotidianità amministrativa efficiente, la sicurezza di un presente che garantisca la sopravvivenza, purtroppo questo è il termine giusto, di aziende in gravi difficoltà.
Tullio Nunzi