La tensione si respira a pieni polmoni nei corridoi e nelle dorate stanze di Molo Vespucci. Dietro le linde vetrate che incorniciano il moderno palazzotto che domina sul porto di Civitavecchia è palpabile la preoccupazione per le due inchieste, una di carattere penale e l’altra amministrativa, piombate all’improvviso la scorsa settimana, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Prima quella condotta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia relativa all’utilizzo del vecchio terminal crocieristico alla banchina 25, che ha portato al sequestro preventivo della struttura e che potrebbe riservare ulteriori colpi di scena.
Poi, quella avviata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, che vuole accertare eventuali responsabilità tra coloro che non avrebbero fatto quanto di loro competenza per eliminare le presunte distorsioni presenti nelle retribuzioni di alcuni tra i funzionari e i dirigenti dell’Authority. Quei “megastipendi”, tanto per chiarire, di cui si era parlato in diverse occasioni e sui quali si era concentrata l’attenzione non solo degli ispettori dell’organo di controllo e vigilanza sull’attività finanziaria delle amministrazioni pubbliche, ma in precedenza anche degli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Entrambe le inchieste, sembra ormai accertato, sono diretta conseguenza di altrettanti esposti. E all’interno dell’ente, ma anche fuori, in molti sono convinti che le denunce siano arrivate direttamente dalla capitale. Tutte le strade, insomma, portano a Roma e, in particolare, dalle parti dell’ex presidente dell’Authority, Francesco Maria di Majo. Non sono in pochi a sospettare che sia stato lui, magari con l’intento di sottrarsi da ogni responsabilità riguardo le cose che non possono aver funzionato nel quadriennio in cui ha guidato l’ente, a presentare i due esposti. Un’ipotesi certo plausibile e che potrebbe quindi preludere ad altre possibili iniziative di carattere giudiziario o amministrativo inerenti ulteriori questioni che hanno determinato sofferenze, ma che desta comunque qualche perplessità, visto che Di Majo, essendo il massimo esponente dell’ente, aveva comunque la possibilità di rimuovere chi, a suo giudizio, remava contro o non assolveva nel miglior modo al suo compito. In ogni caso, staremo a vedere.
2 Comments
Gepy
Loro prendono megastipendi per non fare un granchè, mentre ricercatori e scienziati sono costretti ad emigrare all’estero perchè sottopagati e contribuiscono allo sviluppo di vaccini e farmaci di aziende straniere.
Povera Italia !!!!!!
giovanni
Gepy nel titolo c’è la risposta : “tutte le strade portano a Roma”
Sono anni che la Procura Regionale della Corte dei Conti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze indagano su queste sconcezze senza nessun risultato e questo grazie ai nostri illustri politici di tutti i colori.
C’è da domandarsi anche con quali speranze andiamo incontro alla rivoluzione verde ed ecologista o informatica da fare con quei 209 miliardi europei.