In 6 anni (1956-1962) fu completata l’Autostrada del Sole da Milano a Napoli con 853 ponti, 572 cavalcavia e 37 gallerie. Qui, da 10 anni a questa parte, non s’è riusciti a metter mano ad una sola strada o ad un solo Parco in periferia!
In 3 anni ( 1958/1962 ) prese corpo il “Grande Raccordo Anulare” di Roma. Da noi non bastarono 5 anni per realizzare la sola rotatoria all’entrata Sud di San Gordiano e da oltre un anno non s’è nemmeno riusciti a sostituire una panchina (dico una!) alla fermata dell’autobus in via delle Strelitzie. Da oltre 30 anni Brescia si illumina e riscalda con il termovalorizzatore che brucia i rifiuti della città. Qui da noi l’eterno mantra della raccolta differenziata si dissolve in quell’altro blà blà blà di un fantomatico, taumaturgico “Arrow Bio”, mentre siamo già la “monnezza” ci sta sommergendo! Andiamo avanti? Mestre (non una Metropoli, ma 176.000 abitanti ) ci ha insegnato come in soli 4 anni si possa costruire e consegnare “chiavi in mano” una megastruttura ospedaliera di 9 piani, di cui 3 interrati – 680 posti letto in 350 stanze – 1500 posti auto – giardini pensili, cucine interne, 24 ambulatori e molto altro ancora. Qui da noi, dopo 5 anni di vuoti blà blà blà, riuscì ad approdare in Consiglio Comunale (Ottobre 2007) il nostro famoso Hospice. E poi? Poi lo scontato seguito del solito, inconcludente e tutt’ora attuale blà blà blà! E che dire di quella specie di sempiterno cantiere ch’è il nostro Centro Storico per il quale ogni nuovo inquilino del Pincio pare si ponga l’obbligo primario di disfare le “opere” del suo predecessore, ricominciando tutto daccapo e spesso anche peggio? Perché? Perché, altro blà blà blà che i cittadini pagano, però, con le loro tasche! E ricordate la presentazione in forma magna dell’informatizzazione degli Uffici comunali? Blà, blà, blà, noi continuiamo a macinare carte, mentre da altre parti basta introdurre una moneta in una delle tante apposite colonnine per strada per ottenere all’istante il documento che ci serve! E venne poi la “Giunta del Fare” (con tutti i suoi omologhi “satelliti”) che, qualcuno potrà obiettare, ci ha regalato, però, tanti bei parcheggi, ben guardandosi, però, questi “qualcuno”, dall’aggiungere come e quanto ed in opposto – e ti pareva! – col generalizzato orientamento nazionale che tende alla decongestione (e non solo) dei centri storici con politiche di incremento di trasporto pubblico e disincentivazione del privato. E dunque di quanto e come quei parcheggi abbiano ancor più compromesso, in sommatoria il già insopportabile inquinamento ambientale. A proposito, quando potremo averne conto dalle famose “centraline” da tempo e forse anche non a caso (!) disattivate? E potremmo proseguire ancora per tant’altre “cosette”, ma non ci piace rischiare la noia a chi legge, visto che sono peraltro sotto gli occhi di tutti e ne sono piene le cronache quotidiane. Eppure non ho sentito ancora un solo nostro concittadino che si sia allontanato di pochi o molti chilometri e che non sia rientrato “carico di meraviglie” per i raffronti con le avanzate qualità di vita incontrate, ma che, tuttavia, appena tornato a “respirare” l’aria locale, sia sconsolatamente ripiombato nella mesta ineluttabilità del “a Ci’tavecchia nun se po’ fa”! Ma allora, come uscirne? Che ne direste di un po’ (anzi, molto) ed a cominciare da noi stessi da parte nostra, meno blà blà blà, di un po’ meno piangerci addosso e cominciare, invece, ad incalzare senza tregua chi di dovere a perdersi meno in “inciuci e blà blà blà e “darsi una mossa”?
Gennaro Goglia