Ancora commenti e prese di posizioni sulla caduta della giunta De Sio. L’ex presidente del consiglio comunale, Gino Vinaccia, si dice stupito per le recenti dichiarazioni rilasciate dalla senatrice Mafalda Molinari. Per leggere l’intervento, cliccare sul testo. “Gent.ma Senatrice Molinari,
Sono rimasto un po’ sorpreso e stupito per le sue recenti dichiarazioni.
Le ho sempre riconosciuto equilibrio e serenità di giudizio e l’ho apprezzata anche per queste sue qualità, ma in questa circostanza, forse a causa dei legami affettivi, ho l’impressione che lei abbia commesso molti errori.
Il primo è quello di difendere una causa sbagliata: De Sio è indifendibile, egli si è fatto il vuoto intorno ed è riuscito nella difficile impresa di alienarsi la solidarietà di tutti coloro che con lealtà e nel tempo lo avevano sostenuto.
Ci è riuscito per inadeguatezza, ma anche perché ha cercato di trasformare un potere democratico in una sorta di autocrazia; ha ritenuto di essere diventato non già leader di una coalizione di governo, quanto piuttosto una sorta di piccolo podestà cui tutto poteva essere consentito.
Errori fatali che lo hanno portato all’isolamento ed alla autoreferenzialità.
Si può ragionevolmente decidere, dopo pochi giorni dall’aver superato i rischi di una crisi, di azzerare gli incarichi per continuare nella logica della epurazione di ogni forma di dissenso?
Si può pensare che poi, alla fine, persone che vogliono farsi rispettare affermando la loro dignità, possono tollerare all’infinito una arroganza divenuta senza limiti?
Lanciare quindi strali verso chi ha reagito, considerarlo, come lei fa, un traditore, significa stendere un velo pietoso sugli errori che hanno provocato queste reazioni.
E questo mi sembra il suo primo errore.
Non mi ha entusiasmato il contrasto Becchetti-DeSio per i toni che ha assunto ed anche perché non amo discussioni senza esclusioni di colpi, ma quando ciò accade vuol dire che la misura è colma, che qualcosa di grave e di profondo è intervenuto nel tempo a logorare, lentamente ma costantemente, i rapporti.
Provi ad andare a ritroso e forse capirà meglio ciò che è accaduto.
Ed ancora, il “livello” a cui si è voluta riferire, non ha forse caratterizzato per quattro anni l’allora Sindaco De Sio nelle trasmissioni televisive, nelle dichiarazioni pubbliche ed in quelle sulla stampa?
Quante volte ci siamo chiesti come possa un Sindaco offendere, insinuare, insultare nel modo in cui De Sio ci ha abituati in questo periodo.
Ho una visione del primo cittadino forse un po’ mitica, forse in disuso ed anacronistica: per me il Sindaco è un simbolo che deve lanciare alla città messaggi di serietà e di compostezza e che non può trasformare ogni contrasto in una lite di condominio.
Non è stato forse così in questo quattro anni?
Lei davvero apprezza le sortite di un Sindaco che schernisce, allude e offende ogni volta che parla dei suoi avversari?
Chi scende su questo terreno evoca o no, lui stesso,un abbassamento di livello al quale non sempre è facile sottrarsi.
Da ultimo mi lascia incredulo la sua difesa del Presidente dell’Autorità Portuale: o lui o il diluvio, se si cambia è la catastrofe, lui ha portato soldi e lavoro.
Qui, mi consenta, c’è un profondo errore di analisi.
Innanzi tutto lei ignora che prima di Moscherini c’è stato Nerli e che prima di Nerli ci sono state iniziative e battaglie che hanno preparato il futuro di questo porto.
Ignora inoltre che i finanziamenti ottenuto sono il frutto di una svolta radicale che ha posto i vettori marittimi ed i porti ? considerati per decenni marginali ? al centro della politica dei trasporti.
Gli uomini della provvidenza, cara Senatrice, non esistono.
Ci sono certamente energie e capacità, professionalità e competenze per assicurare che il porto continui a sviluppare, con metodi trasparenti e nell’esercizio di un potere democratico.
Voglio anche dirle che io penso che ci siano anche qui, in questa città.
Non crede che Civitavecchia, di cui lei è sicuramente una delle espressioni migliori per i risultati ottenuti in campo imprenditoriale, abbia nel suo seno la capacità di essere rappresentata nei livelli istituzionali più alti?
Non crede lei, Senatrice, più di altri, che la nostra non è una città sottosviluppata e che ha prodotto e produce intelligenze e capacità?
Questo da lei ci siamo sempre attesi: la difesa della città in tutte le sue espressioni; lei che è tanta parte di Civitavecchia, dovrebbe essere alla testa della battaglia per la sua emancipazione e valorizzazione.
Voglio infine farle osservare una cosa che produce in me una reazione molto forte.
Perché insorge ora che si parla di sostituire il Presidente dell’Autorità Portuale denunciando giochi politici e logiche sparatorie e non profferì parola quando proprio De Sio mise in condizione dei nostri concittadini di lasciare incarichi nei quali stavano dando risultati eccellenti?
Ha forse dimenticatola vicenda del Traiano?
Perché allora non gridò allo scandalo?
No, non ci deluda, Senatrice Molinari, continui ad essere nella nostra considerazione ciò che è sempre stata: una civitavecchiese che con il suo lavoro si è guadagnata l’apprezzamento di gran parte della cittadinanza e che con il suo equilibrio ha saputo ottenere il rispetto anche dei suoi avversari politici.
De Sio non può, tra le altre cose negative che ha fatto, essere causa anche di questa delusione”.
Gino Vinaccia