Lungi da me ogni intento a difesa di chi peraltro considero un modello di sindaco tutt’altro che da imitare (…e figurarsi, poi, se proprio lui lo gradirebbe!) , ma non mi trova d’accordo la levata di scudi contro un ventilato suo rientro all’Autorità Portuale, in trita recidiva di una purtroppo (non)politica corrente di sterili guerre alle persone, non supportate, e qui calza anche al caso nostro, da sostanziali argomentazioni controindicative, se non quell’indubbio suo “cesarismo” di metodo.
Posto che anche sul “cesarismo” ci sarebbe da discutere perché la sua forza sta solo nella debolezza avversaria, incapace di opporgli un pari con i necessari “attributi” uguali e contrari e forte credibilità alternativa; ma, a proposito: mi sfugge o ancora non ci è stato presentato chi potrebbe incarnare questa alternativa? E forse abbiamo anche dimenticato come il “nostro” ebbe facile scalata al Pincio sull’onda di una pubblica opinione positiva sul salto di qualità impresso al porto, puntando quindi sull’equazione che “così come ha rilanciato il porto, altrettanto avrebbe fatto con la città”. Ma il mestiere di sindaco è ben diverso, sottile e complicato che quello di manager…e s’è infatti poi dimostrato che governare una città non è mestiere di Gianni Moscherini! Il suo mestiere è “quell’altro”!
Ecco perché, nella diatriba corrente io sto con la logica di Deng-Xiao-Ping: “non importa il colore del gatto, purché acchiappi i topi”! E se poi a Prato del Turco ce lo vogliamo anche locale o “naturalizzato” …beh, concedetemi un minimo di perplessità! Per cui al caso varrebbe la pena di volgere un pensierino anche al vecchio adagio “non lasciare la via vecchia per la nuova…etc”. Che abbiamo sperimentato proprio in argomento, ed avutane purtroppo conferma…con i risultati non certo edificanti che sono sotto gli occhi di tutti!
Gennaro Goglia