Da Roberta Galletta riceviamo e pubblichiamo
“Mi dispiace ma io resto sempre sulla mia posizione.
Nulla contro la statua del Bacio ma non c’entra nulla con la nostra Città e soprattutto con lo scopo per cui era stata pensata dal suo creatore, ovvero quello di essere un lavoro artistico itinerante.
Ma non potete scrivere cose non vere.
Riposto per l’ennesima volta la posizione su questa vicenda che inizia veramente a rasentare il ridicolo.
I simboli sono i fondamenti dell’identità di una comunità che si nutre proprio di quei simboli, di segni, di archetipi capaci di rimandare, all’istante, alla visione e a significati e significanti tali da essere identificabili dalla stessa comunità che li ha scelti e al tempo stesso in grado di distinguersi, come insieme di persone, dalle altre comunità.
E’ questo il senso identitario nella scelta dei simboli perché ogni città ha necessità di rendersi visibile e riconoscibile ed è quindi di fondamentale importanza che abbia come propri, elementi identificativi con la sua storia, cultura e tradizioni, icone riconoscibili e condivise, che possano essere capaci anche di proteggere le proprie tradizioni e fortificarle, così da essere messe al servizio e a beneficio di tutti, anche del commercio e del turismo.
Per questo è necessario che la dinamica comunità-identità-turismo sia al centro del dibattito politico-culturale della nostra città.
E’ il fulcro della nostra identità che manca alla nostra comunità, il senso di appartenenza, e per questo motivo la scelta di un simbolo da mettere alla Marina non può essere frutto di una pressione, di una scelta superficiale data anche dalla scadenza di un affitto di un simbolo che è completamente scollegato dalla storia della nostra città come lo è la statua del bacio, in una sorta di auto convincimento che sia davvero bella e che possa attrarre centinaia di turisti da ogni dove per vederla.
La scelta di un simbolo per Civitavecchia da collocare alla Marina dovrebbe tenere conto di due elementi fondamentali: il legame con la storia e le tradizioni civitavecchiesi e la bellezza, di cui Civitavecchia ha davvero tanto bisogno. Solo questo basterebbe a trasformare il simbolo in fulcro di identità, con la particolarità di permettere a chiunque, anche e soprattutto ai turisti, di identificare la storia millenaria della nostra città in un attimo e di collegarla con i luoghi di interesse culturale, come i siti archeologici e i monumenti di cui è piena Civitavecchia.
In questo la Statua di Nettuno o quella dell’Imperatore Traiano potrebbero essere un potente e identitario simbolo della nostra città.
Perché la simbologia conferisce valore a una comunità, diventa un elemento culturale in grado di mantenere nel tempo l’identità di una città capace di portare i suoi figli ad un elevato grado di coscienza collettiva ed essere percepito come un punto fermo in grado di conservare e proteggere le propri radici, la propria identità culturale.
È in questo modo che l’opera d’arte scelta per diventare il simbolo di una comunità si trasforma in un’icona identitaria capace non di strappare con il Passato ma di raccoglierlo dagli armadi polverosi in cui è stato costretto per tanto tempo e dargli valore e spazio. Per essere fruito e usato da tutti per vivere meglio la comunità. Rafforzando la sua identità.
Che non può avvenire di certo con l’affitto della statua del bacio ma puntando sulla vera, grande Bellezza che ha Civitavecchia e che è sotto gli occhi di tutti: Civitavecchia Sotterranea, Fortezza Giulia, Parco Archeologico delle Terme Taurine, Necropoli Etrusca della Scaglia, Rocca Antica, Collezione Calamatta, Museo Archeologico Nazionale, Cimitero Monumentale e tantissimo altro per cui ho accettato la delega al Patrimonio Culturale e Archeologico.
Non certo per rimangiarmi la mia posizione sulla statua del bacio.
Roberta Galletta“.
Roberta Galletta non può affermare che siano state scritte cose non vere: com’è semplice constatare, Trc aveva puntualmente riportato della sua storica posizione contraria alla Statua del Bacio. Oggi lei stessa ci dà la notizia che non ha mutato il suo parere. Ne prendiamo atto, facendo notare che la neodelegata è delegata (tra le altre cose) anche alla valorizzazione del Patrimonio Artistico di cui (a giudicare dalla denominazione del capitolo di bilancio rifinanziato dalla delibera della giunta Piendibene: “Noleggio opere d’arte”) la Statua del Bacio fa parte. La Redazione avrà cura quindi di verificare come la delegata “valorizzerà” l’opera d’arte di John Seward Johnson. (rv)
1 Comments
Giorgio Zintu
Credo che Roberta Galletta, a differenza di altri, sia coerente con quanto espresso in passato. Oggi le motivazioni sono condivisibili, comprensibili e offrono soluzioni più ambiziose a una città che aspiri a valorizzare il proprio patrimonio storico rispetto al compiacersi di un corpo estraneo posizionato alla Marina.
Forse era preferibile come titolo: La “Statua del bacio” non mette d’accordo tutti